Marinai, ovvero Figli di un Dio Minore |
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Ieri è morto un mio collega, un bravo marinaio, ci eravamo navigati sui supply vessel ed era un bravo elettricista. Aveva avuto un intervento e nei vari controlli ai polmoni era risultato pieno di amianto.
Insieme avevamo cominciato la causa per il riconoscimento dell'indennità per l'amianto. Il mese scorso avevo testimoniato in tribunale per lui, il 14 giugno lui avrebbe testimoniato per me; ma non potrà più farlo. Il peggio é toccato a lui che non é affogato per un naufragio, ma è affogato in casa dopo mezz'ora di agonia perchè i suoi polmoni ricoperti di amianto non potevano fare lo scambio tra aria e sangue.
Mi auguro che la causa possa proseguire e che alla vedova siano riconosciuti i diritti del marito.
Grazie alla gente di mare la mattina possiamo prendere un caffè, mettere in moto la macchina, accendere la luce, infatti tutto quello che usiamo é passato da una stiva o da una cisterna di una nave; eppure la categoria di questi lavoratori del mare ancora aspetta diritti che di legge competono agli altri lavoratori. Un ennesimo scippo di diritti a gente onesta e alle loro famiglie (per navigare bisogna avere la fedina penale immacolata, subiamo ogni due anni una visita e siamo sottoposti a test di alcool e droga). Addio caro amico, collega di lavoro, di nottate passate a lavorare in sala macchine tra rumori assordanti e temperature infernali. Spero che almeno Lui faccia la giustizia che non hai avuto su questa terra. Idamo Rossi, CDM in pensione |
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