Consultiamo ancora una volta gli inesauribili e preziosi scritti di Gio Bono Ferrari, il quale ci illustra il concetto di "eroe navigante" nel Primo Conflitto Mondiale.
E' un'esposizione decisa e frustrata allo stesso tempo poichè l'autore si rammarica di non aver completato un elenco esaustivo di quei naviganti della Marina Mercantile che furono artefici di atti di eroismo in mare durante quella terribile guerra. Sì, è vero, molti concetti e molte cose sono cambiate da allora, ma sicuramente, anche se non possediamo l'elenco completo di quei "tosti professionisti", ci rimane almeno l'orgoglio di averne ereditato - seppur in parte - il DNA. B.M. (2/2012)
Eroi del passato (Tratto da "La città dei Mille Bianchi Velieri - Camogli" del 1934 di Gio Bono Ferrari <1882/1942>)
Parliamo di quella formidabile schiera di Capitani e Macchinisti Navali, di Nostromi e di Marinai che durante gli interminabili anni del conflitto 1915-18 solcarono i mari con animo intrepido e con cuore saldo e che mai smentirono il buon nome di Camogliesi.

Bisognerebbe onorare tutti quei naviganti che furono silurati più volte, coloro che stettero aggrappati a dei rottami per delle giornate intere, in mezzo al mare sconfinato e freddo; coloro che videro le loro navi saltare in aria all'urto delle mine galleggianti e che sentirono nei fianchi dei vapori il morso lacerante dei siluri e che - impavidi - ritornarono successivamente al loro mare. Bisognerebbe onorare quei meravigliosi Macchinisti Navali, Fuochisti, tutti coloro che ebbero tante responsabilità e così pochi onori; quei Macchinisti che stettero per anni nelle bolge dantesche dei macchinari, in mezzo all'assordante lavorìo dei stantuffi e dei motori. E che vi stettero con freddo coraggio e con indomabile valore, pur sapendo che se arrivava il siluro, era la morte certa, senza scampo. Di quei Macchinisti che seppero rinforzare le macchine mezze rotte e "tapullare" o rifare a nuovo - in piena navigazione - quei pezzi di macchine che i cantieri non potevano più tenere pronti alla bisogna.
E poi ancora quei Capitani ed Equipaggi che si prodigarono in atti di valore ed abnegazione, rischiando la pelle per salvare dei naufraghi anche nemici e che assolvettero stupendamente il loro compito, che diedero il loro ardire, la loro obbedienza e il loro spirito di sacrificio alla causa italiana. Bisognerebbe ricordare sempre quei Comandanti, Macchinisti, Ufficiali e Naviganti che hanno il petto fregiato di Medaglie al Valore, italiane, francesi e americane, il cui elenco non fu completo per l'innata modestia dei tanti; ricordare altresì le belle citazioni all'Ordine Del Giorno chiuse modestamente nei cassetti delle scrivanìe, accanto ai vecchi ritratti delle nonne e bisnonne.
Poter ricordare tutte quelle Croci e Medaglie sarà bello - un giorno - a onore di tanti valorosi Camogliesi.= |