Il Comandante Joseph Conrad |
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Molti hanno letto - e non solo nelle nostre pagine - che Joseph Conrad fu imbarcato come Ufficiale a fine '800 sul Narcissus, veliero gestito anche da armatori camogliesi; da quell'esperienza scaturì uno dei suoi capolavori, " The nigger of the Narcissus". Non va perciò scordato che Conrad prima di essere uno scrittore fu un navigante. Ovviamente quando poi divenne celebre, lasciò la professione sul mare e si dedicò interamente alla produzione della sua vasta e famosa letteratura. La visione delle sue opere ebbe generalmente inizio sulle navi e pertanto, Conrad è lo scrittore di mare per eccellenza. Su uno dei "suoi" velieri trovarono spunto due racconti, "La linea d'ombra" e "Lo specchio del mare": quella nave si chiamava Otago e rimase famosa poichè fu l'unica unità ad essere comandata dallo scrittore-capitano. Vediamo perciò la storia di questo veliero. L'amico della Società Capitani di Camogli, il CDM Vincenzo Merlo che risiede ad Hobart in Tasmania, ci ha fatto pervenire l'interessante documentazione che segue. L'Otago era un veliero con scafo in ferro a tre alberi costruito da A. Stephen a Glasgow nel 1869. Misurava 50 mt di lunghezza, 8 mt. di larghezza e 4 mt. di pescaggio. Era registrato con 367 tonnellate di stazza ed aveva 13 persone d'equipaggio. Nel 1872 fu trasferito da Glasgow ad Adelaide in Australia, per conto dell’ armatore Simson e vari altri soci.
Durante gli anni che seguirono, molte parti vennero rimosse come souvenir e cimeli. La ruota del timone si trova ora nel Quartier Generale dei Master Mariners a Londra. Una parte della poppa finì a Los Angeles e parte delle strutture in legno si possono vedere al Museo Marinaro di Hobart.
Oggigiorno, i resti della Otago sono ancora visibili - durante la bassa marea - nella baia sulla costa orientale del fiume Derwent nella località che e’ stata ribattezzata Otago Bay, ad una quindicina di chilometri a nord di Hobart. La prua rimane sulla battigia mentre la poppa giace su un fondale di due metri. A causa delle demolizioni, della corrosione e dei danni causati dalle intemperie, la maggior parte dello scafo è scomparsa, ma si possono ancora vedere chiaramente la sua sagoma ed alcune ordinate.
L'esperienza sull'Otago, fece scrivere a Conrad parte dell'introduzione dello "Specchio del mare": "Questo libro è il miglior tributo che la mia devozione può offrire a tutto ciò che ha definitivamente formato il mio carattere e il mio destino: al mare imperituro, alle navi che non ci sono più e agli uomini semplici che hanno vissuto il loro momento."= Vincenzo Merlo (8/2014 - foto dell'Autore) |
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