Navi e pacchetti |
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Ricordo che negli anni ’80, nei Caraibi si stava compiendo un cambio “generazionale” di navi passeggeri. Certe nobili “signore”, costruite negli anni ’50, mutavano la loro funzione da navi di linea a navi da crociera; le nuove e tecnologiche unità appena uscite dai cantieri nord europei o giapponesi – con rispetto - le ammiravano e ne commentavano la storia. I nuovi armatori del business delle crociere avevano intuito il tramonto definitivo delle traversate oceaniche, fenomeno causato dall’invasione dei jet commerciali nei cieli del mondo. Ma era ancora presto per demolire le navi esistenti, bisognava guadagnare ancora molti soldi e soprattutto, le leggi di sicurezza e della protezione ambiente non erano stringenti come oggigiorno. Una nave vecchia di trent’anni poteva cioè subire delle modifiche tecniche a prezzo accettabile. In definitiva, sul breve termine, era più conveniente rattoppare le nobili “signore” che acquisire una più costosa unità nuova di pacca. Perciò incontravo spesso ex navi di linea che effettuavano itinerari settimanali dalla Florida alle Bahamas o anche più giù, a Saint Thomas o Puerto Rico. Ce n’erano parecchie: ricordo l’Angelina Lauro che bruciò a Saint Thomas, ma anche la Leonardo da Vinci o l’enorme France, chiamata poi Norway dopo il cambio di utilizzo e questo, per citarne davvero alcune. ![]() L'Angelina Lauro che s'incendiò a St. Thomas (USVI) nel 1979 Io stesso lavoravo sulle prime unità della Carnival, ex blasonate navi di linea e postali: Mardi Gras (ex Empress of Canada), Carnivale (ex Empress of Britain) e Festivale (ex Transvaal Castle). ![]() La TSS Mardi Gras in porto a Nassau (foto G. Balestra) Tra di esse, una bella “signora” faceva sfoggio delle sue immacolate strutture, era la Mermoz. Aveva sulla ciminiera dipinto il logo della propria compagnia, la Croisières Paquet. ![]() La nave da crociera Mermoz (courtesy of Ian Boyle - Simplon Cards) Ma “pacchetto” significava nave postale? ![]() L'emblema della "Black Ball Line" sulla vela delle sue navi Oltre agli Stati Uniti e Inghilterra, anche la Francia utilizzò le packet boats al pari delle altre grandi nazioni marittime. Sicuramente, quel termine fu inizialmente assimilato dall’inglese, ma verso metà ‘800 qualcosa cambiò. A quell’epoca, il celebre armatore Nicolas Paquet gestiva la sua “Compagnie de Navigation Paquet” che nel ‘900 sarebbe divenuta appunto “Croisières Paquet”, alla quale appartenne poi la Mermoz. ![]() La Mermoz quando era un postale "puro" (courtesy of Ian Boyle - Simplon Cards) Per mettere un po’ di carne al fuoco, diciamo che ancor oggi, i francesi chiamano “paquebot” le navi da crociera più moderne, probabilmente riferite a Paquet. Poi però leggiamo in alcuni loro siti web che tale termine deriva dalla reciproca parola anglofona. Insomma, se all’estero “nave pacchetto” vuol dire “postale o di linea”, in Francia può riferirsi anche ad una moderna nave da crociera che nulla ha a che fare con il trasporto di corrispondenza o col traffico di linea. Infine, Mermoz era amico di un altro celebre pilota d’oltralpe, Antoine de Saint-Exupèry, l’autore del “Piccolo Principe” che, con la contemporanea Amelia Earhart, formarono la più formidabile triade di piloti aerei mai esistita.= Bruno Malatesta (4/19) |
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