Il rifugio di Mawson |
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1) Il salvataggio Molti appassionati di navigazione ed esplorazioni hanno sicuramente seguito durante le feste natalizie le vicende relative al salvataggio in Antartide delle 52 persone imbarcate sulla nave da ricerca Akademik Shokalskiy. L'unità era partita dalla Nuova Zelanda ai primi di dicembre e il suo itinerario ripercorreva le tappe del celebre esploratore australiano Sir Douglas Mawson che rivisitò - nel 1911 - anche il Polo Sud magnetico, a quel tempo ubicato in terra ferma.
Rimasero funzionanti anche le comunicazioni Internet: tutto il mondo seguì le escursioni in diretta trasmesse dagli apparati mobili dei passeggeri e tale agevolazione contribuì probabilmente a sdrammatizzare quella critica situazione. Convocata dal centro di soccorso australiano, in aiuto dell'Akademik Shokalskiy giunse la nave rompighiaggio cinese Xue Long che, pur essendo meglio attrezzata della Shokalskiy (era dotata anche di un elicottero), fu anch'essa bloccata dai ghiacci ad una distanza di circa 10 km. dall'unità in pericolo. Il soccorso australiano convocò allora la Aurora Australis, un rompighiaccio che copriva itinerari proprio in quelle terre e, finalmente, il 2 gennaio 2014, le 52 persone, in buone condizioni fisiche, vennero trasbordate con l'elicottero della Xue Long sulla Aurora Australis, che le riportò a Hobart. Per la cronaca, le due navi rimaste intrappolate nei ghiacci poterono salpare in mare aperto l'8 gennaio, quando il tempo antartico migliorò. Fu una vicenda di mare che poteva assumere aspetti tragici, ma si era conclusa con successo sia per le persone, per i mezzi impiegati e anche per chi aveva coordinato quel salvataggio. 2) La spedizione di Mawson ed il suo rifugio
Come componente della spedizione Shackleton, Mawson giunse nel 1909 sul punto itinerante dell'allora Polo Sud Magnetico; a causa di varie critiche sull'effettiva posizione di quella scoperta, il ricercatore australiano volle ritornare nel 1911 su quel punto - con una sua spedizione - tanto per confermarne l'attendibilità. 3) Il rifugio di Mawson a Hobart Le estreme condizioni climatiche dell'Artide e Antartide ci hanno sempre meravigliati. Siamo ancor più incuriositi dai tentativi - molte volte falliti - di quegli esploratori che, con gli equipaggiamenti pionieristici di inizio '900, sfidavano la natura implacabile per saperne di più sul proprio pianeta ma anche per gettare le basi di eventuali sfruttamenti da parte dei paesi più avanzati e che sono - ancor oggi - oggetto di dispute internazionali.
E' forse per queste ragioni che a Hobart - in Tasmania - il governo australiano ha deciso di costruire una replica del rifugio antartico di Douglas Mawson, per mostrare cioè alla gente dove si poteva svernare in una terra ritenuta la più ventosa del globo, dove l'aggettivo "inospitale" è forse insufficiente per descriverne i dintorni. Scorri col mouse la piantina del Rifugio di Mawson L'amico della Società Capitani di Camogli, il Capitano di Macchina Vincenzo Merlo, diplomatosi al nostro Istituto Nautico, vive proprio a Hobart con la sua famiglia. Vincenzo ci ha fatto pervenire gentilmente le stupende immagini della riproduzione del rifugio di Mawson, che è attualmente in fase di completamento nei pressi del lungomare della città australiana.
Alcune immagini del Rifugio di Mawson a Hobart (Tasmania). Lo scopo di questo scritto che parla di esplorazioni, navi e salvataggi in comune, è quello di evidenziare l'importanza globale della gente di mare di ogni paese, la cui storia deve essere salvaguardata come orientamento fondamentale per le passate e prossime generazioni di naviganti. Articoli stampa: Uno - Due - Internet1 Bruno Malatesta (2/2014) |