SOCIETA' CAPITANI E MACCHINISTI NAVALI - CAMOGLI

Origine di un nome: la barcaccia
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Poiché il termine Barcaccia ricorre fin dalla prima pagina e scorre per tutta questa trattazione, sarà bene fin da adesso spendere due parole su questo nome dalla etimologia incerta ben contenti se qualcuno ha informazioni piu precise. Il termine Barcaccia ( Barcassa , in ligure) noi lo abbiamo trovato la prima volta quando, nel lontano 1960, siamo saliti a bordo del Canada in Porto a Genova, sulle Navi questi era il Rimorchiatore e basta.

Curiosità personale ci spinse a chiedere ragione di questo nome ai piu anziani Barcaccianti i cui ricordi risalivano agli inizi del secolo, ma la curiosità non fu soddisfatta pienamente e quasi sempre il nome era messo in relazione all'aspetto dimesso dovuto al rude lavoro del Porto. Passa il tempo, ci dedichiamo a studi storici e ci viene in mano una bella storia di Pietro Berti : “I Barcassanti” , che vale qui ricordare per la simpatia che traspare in questo scritto verso la Barcassa e di cui ringraziamo l'Autore.

Il Berti parte dall'uso invalso nella vecchia nave a vela di aiutarsi per l'ormeggio con una lancia presente a Bordo che si chiamava Barcassa e da qui il termine è passato, per estensione, al mezzo che piu tardi assumerà questo servizio esautorando la Barcassa di Bordo . Tuttavia personalmente abbiamo anche un'altra interpretazione e che riprende un po', se vogliamo, le risposte dei vecchi barcassanti.


Potenti (!) Barcacce a carbone in azione (375 CV)/Powerful tugboats in action

C'è stata storicamente una lenta progressione nello sviluppo nel servizio portuale. Si parte dalla Nave che usa la sua Barcassa (sec.XIII e predenti), l'offerta di servizio dei Barcaioli a partire da Sec.XIII (v. Capitoli 2-3) per arrivare alla fine del XVII sec. con l'apparizione del Rimorchiatore. Quando arriviamo al Sec.XVIII, molto tempo è passato da quando la Nave ha abbandonato il suo autarchico servizio. Troppo tempo, almeno un paio di secoli, per mantenere un nome che è praticamente scomparso dalle Navi ed anche nel Navalpiccolo che piu' di altri ha mantenuto un aggancio alle vecchie abitudini ed è sparito sullo stesso Rimorchiatore odierno dove la lancia di servizio è indispensabile nel off-shore.
Questa lancetta, a Bordo, continua ad esserci e viene messa a mare per ritoccare la pittura, traghettare a terra quando la nave è di punta al Pontile, pitturare i numeri del pescaggio ed il nome, ecc. ma il nome Barcassa non esiste piu. Questo infaticabile compagno di lavoro oggi lo chiamiamo battello, battellino (…gommone…tender….) anche in forma gergale e dialettale.

Riteniamo che tempi piu recenti abbiano creato le condizioni per dare questo nomignolo al Rimorchiatore differenziandolo da “Barca” con il quale genericamente si diceva delle Navi (e si dice tuttora). In questo aiutati dal fatto che, con l'avvento del vapore e del carbone, l'aspetto della Barcaccia non doveva essere dei piu lindi, e non lo era neppure quando noi l'abbiamo conosciuta con la combustione a nafta in tempi molto piu recenti.

E qui lasciamo la parola ad un altro Barcacciante , il Com.te Franco Capato dell'Ufficio Operativo della Rimorchiatori Riuniti di Genova che meglio di noi tratteggia questo aspetto.

 

>>> Questo nome non suonava dispregiativo ma accomunava un mondo molto diverso dal Lungo Corso così come lo si conosceva… o lo si credeva conoscere.

Ho fatto una breve indagine risalendo nel tempo per capire l'origine popolare di questo termine, ma molto ho dovuto immaginare per la mancanza di testimonianze viventi. Ho ripercorso con la memoria quanto i vecchi barcaccianti raccontavano e si rammentavano fra loro, ho analizzato materiale fotografico dell'epoca e ne ho tratto una mia personale opinione che offro al Lettore senza la presunzione di avere la verità in tasca. Fino a tempi recentissimi le barcacce , ma sì da questo momento chiamiamole pure così, erano a vapore ed io stesso sono arrivato in tempo per praticarne alcune (Belgio, Olanda, Iberia, Forte).

La combustione era a nafta e la continua manovra stentava a mantenere il passo con la richiesta, così che le fumate erano di prammatica e la Coperta perennemente sporca nonostante il continuo “ frettazzamento ”, non a caso le ciminiere erano dipinte in nero. Sulle stampe dell'epoca la barcaccia si distingue sempre nel panorama portuale per un bel pennacchio nero… al punto anzi che la quantità di fumo era espressione di potenza.

Ma non da molto era stata compiuta la trasformazione da carbone a nafta ed è facile immaginare come tutto il maneggio del carbone, oltre alla maggior difficoltà di gestire la combustione (metti il cappotto togli il cappotto alla brace per regolare il calore) producesse polvere e fuliggine e come i barcaccianti fossero sempre tendenti al nero .

Tutto questo maneggiare carbone rendeva forzatamente partecipe tutto l'equipaggio, non solo macchinisti e fuochisti, alla gestione delle cose di Bordo, e da qui credo ne sia conseguita una forma meno gerarchica e formale nei rapporti sui Bordi che si è tramandata fino ai nostri giorni, e che devo dire è stata (insieme ad altro) un po' la molla che mi ha fatto avvicinare a questo mondo.<<<

 

Dietro a tutta questa polvere ed a questi visi sporchi c'è l'anima di un mondo che vive nella simbiosi piu totale e per tutta la vita si porterà dentro un orgoglioso senso di appartenenza. Ed è' vero che questo temine non è mai stato usato in senso dispregiativo ma anzi con grande affettuosa famigliarità coinvolgendo anche la vita sociale esterna al lavoro.

 


Barcassa e Barcassanti 1930. Ultima testimonianza di un mondo in via di estinzione/Tugboat & crew on 1930

CSDM Silvano Masini - 3/2007