SOCIETA' CAPITANI E MACCHINISTI NAVALI - CAMOGLI

Lazzaro Brigneti: uno skipper di cent'anni fa

La figura di Lazzaro Brigneti, il capitano camogliese che, ai primi del ‘900 comandò le più grandi navi italiane con scafo in ferro e fu protagonista di vittoriose “regate” su tutti gli oceani, emerge prepotente dalla varia bibliografia del settore marittimo-storico. Ci piace quindi ricordare Brigneti proprio in questi tempi di sfida velica dell'America's Cup, ricostruendo lo scenario di quell'epoca, quando la navigazione a vela stava cedendo il passo a quella meccanica e l'uomo di mare viveva ancora il suo lavoro come una costante sfida, quasi mitica, contro sè stesso, gli altri e l'ambiente che lo circondava.


Il Comandante Lazzaro Brigneti (1849 - 1903)/Captain L. Brigneti (1849 - 1903)


“Regatare”: un impulso naturale per l'uomo di mare
L'eterno spirito del gareggiare a vela emerse sui media proprio all'epoca in cui Camogli ebbe la sua più straordinaria flotta di velieri, poichè la cosiddetta America's Cup nacque infatti in Inghilterra nel 1851. Inoltre, la vela agonistica venne introdotta alle olimpiadi del 1900 a Parigi; si può quindi affermare che quando Lazzaro Brigneti fu comandante dei due più significativi velieri italiani del primo Novecento, l' Australia e l' Italia , le competizioni in mare erano già abbastanza propagandate e sicuramente costituivano motivo di cavalleresca sfida tra i comandanti delle navi a vela di allora.


La bandiera P del Codice Internazionale dei Segnali (C.I.S.) significa: "tutti a bordo, la nave è in partenza"; viene anche ammainata al momento d'inizio di una regata. Ci piace immaginare che i velieri d'un tempo la tenessero "a riva" per invitare un'altra unità a regatare prima di una traversata oceanica. Probabilmente, se la nave sfidata accettava l'invito, l'alzava anch'essa/The P flag (departure) of the International Code of Signals

I velieri dell'800 seguivano le loro traversate oceaniche approfittando dei cosiddetti “percorsi climatici consigliati ”. In pratica esistevano delle vere e proprie rotte pre-tracciate (usate ancor oggi) che sfruttavano i venti o le correnti stagionali favorevoli che si trovano in certe aree del globo. Un esempio per tutti sono gli Alisei, i venti costanti tropicali che, non a caso, in inglese si chiamano “trade winds”, venti del commercio. Succedeva quindi spesso che, a seconda delle traversate che si stava per intraprendere, un certo numero di velieri poteva incontrarsi nei punti comuni d'inizio di quei viaggi, per esempio fuori Capo Spartel (nelle vicinanze di Gibilterra) per navigare verso l'America, oppure vicino a Capo Hatteras (sulla costa della Virginia), per ritornare in Europa. Quei punti d'incontro potevano perciò rappresentare la buona occasione per lanciare una sfida velica. I tracciati di queste rotte climatiche sono mostrati sulle “Pilot Charts”, carte necessarie anche al navigante moderno e che evidenziano i fenomeni meteomarini più frequenti in certi periodi dell'anno.


Particolare di una Pilot Chart: i cerchi blu indicano le probabili condizioni di vento (direzione e forza); le frecce verdi, quelle relative alle correnti/A Pilot Chart: blue and green indicators show the probable wind and current status


Le vicende del Capitano Lazzaro

Lazzaro Brigneti, nato a Camogli nel 1849, fu uno dei più formidabili ed esperti capitani di mare del primo Novecento. Le traversate dell'Oceano Pacifico furono quelle che gli diedero maggior fama e lodi su tutti i periodici marittimi ed internazionali dell'epoca. Soprattutto la sua abilità manovriera costituì motivo di vasta riconoscenza e gli permise di concludere molti viaggi oceanici nel minimo tempo mai registrato.




Le rotte più frequentate dai velieri ai primi del Novecento. Le situazioni più critiche erano costituite dalle "calme equatoriali", cioè quelle aree in cui c'è assenza totale di vento e che riducevano le navi senza governo in balìa delle correnti/The most used courses by 1900' sail ships

Possiamo perciò immaginare Brigneti mentre impartiva ordini fermi e precisi per la manovra delle vele durante un tempestoso passaggio di Capo Horn ed il suo equipaggio che, ormai super addestrato al lavoro di squadra con lui, li eseguiva con tecnica perfetta. Quando arrivava in porto dopo aver marcato un nuovo record di velocità, sicuramente rendeva felici molte persone: in primis, l'armatore o noleggiatore, contento di riutilizzare la nave prima possibile; poi l'equipaggio, che si sentiva più unito e sicuro col suo comandante ed infine lui stesso, che raggiungeva così l'obiettivo di godere del proprio mestiere fino alla quintessenza.

Le navi che comandò

Le unità che lo resero famoso nell'ambiente dello shipping furono, come già detto, l' Australia e l' Italia , due dei più grandi velieri italiani del tempo e con quelle unità vinse “regate” anche con i più famosi clipper inglesi. Va qui detto per inciso che i velieri di Sir Thomas Lipton, il magnate del tè, furono per molti anni del primo Novecento gli sfidanti dell'America's Cup, che rimase in terra statunitense fino alla fine del 1980. Le infruttuose sfide veliche che Lipton lanciò agli americani erano anche frutto dell'esperienza e della propaganda dei suoi famosi “tea clipper”, navi iperdotate di superfici veliche, dallo scafo affilato e velocissime, le quali potevano presumibilmente aver regatato qualche volta con Brigneti nelle tratte dall'Oriente verso l'Europa o le Americhe.
L'Australia era armata da Pietro Milesi, costruita da Odero, su disegno del Tappani e sotto la direzione dell'Ing. Fabio Garelli. Brigneti la prese sullo scalo. Da G.B. Ferrari viene ricordato come "uomo di fegato, colto di scienze nautiche e versatissimo in noleggi e contratti marittimi". La comandò per molti anni, mietendo allori sia al barco che all'armamento velico italiano. Dal porto di Pisagna a New York come un viaggio che ha del leggendario, a pieno carico, incontrando tempi burrascosi, doppia il Capo d'Horn, punta al Nord, fa in certi giorni ben 312 miglia e arriva a NewYork in 57 giorni, 17 ore e 23 minuti. I tecnici nord americani sono meravigliati di questa stupenda costruzione italiana e quando la nave va in bacino, domandano a Capitan Brigneti il permesso di copiare e controllare la struttura dello scafo. Qualche Capitano straniero adduce a fortuna di venti questa sua vittoria. Il Capitano camogliese arriva a saperlo e risponde all'insinuazione con un'altra stupenda traversata : Caleta Buena a Delaware in 60 giorni!

L'Italia, per esempio, fu varata al Muggiano (La Spezia) nel 1903. Aveva una portata di 3030 tonnellate e disponeva già di verricelli a vapore per la manovra dei pennoni e del carico. Era una nave imponente, il suo equipaggio era costituito da 28 persone e questo veliero rappresentava in maniera schietta l'inesorabile transizione dalla propulsione a vela a quella meccanica.


Nave a vela Italia/Sail ship Italia


Sfortunatamente, sempre nel 1903, in navigazione dal Giappone agli USA, il Comandante Lazzaro si ammalò di beri-beri, patologia comune a quei tempi per mancanza di vitamine a bordo delle navi che non potevano conservare gli alimenti freschi. Noncurante della malattia, mantenne il comando dell' Italia fino a Port Angeles, nello stato di Washington. Sbarcò morente ed il figlio Arturo che si trovava a bordo anch'egli, si prese cura delle esequie. Era il 23 Novembre dello stesso anno (vedi cartina qui sotto). Ancor oggi Lazzaro Brigneti riposa in quella terra, nella contea di Clallam.


Clicca sull'immagine della Clallam County per vedere la pagina di Internet dell'archivio necrologico di Lazzaro Brigneti, registrato al numero B0770 nel 1904 (probabilmente fu ufficialmente annotato qualche mese dopo la sua morte, avvenuta nel Novembre 1903)/Click on the map to see the obituary record of the Clallam County regarding L.Brigneti - 1904


I suoi viaggi  

Con l' Australia, a fine ‘900:

- dal Cile, via Capo Horn a New York, effettuò un record: 57 giorni;
- a Gibilterra, accettò la sfida di vari e rinomati clipper stranieri e arrivò primo a New York. I clipper arrivarono scaglionati dopo vari giorni e per dirla con il motto ufficiale dell'America's Cup, “ non ci fu secondo piazzato”!
- da New York, con merci varie, giunge a Sydney in 87 giorni;
- da Newcastle (Aus.) a Taltal (Cile), con carbone e poi a Pisagua (Cile) per New York con carico di nitrati. Mantiene una velocità media di 14 nodi percorrendo circa 300 mg al giorno. Questo viaggio gli procurò riconoscimenti e ricevimenti vari in terra statunitense. Al termine di ogni viaggio vittorioso, scendeva nei porti americani indossando un elegante tait: quest'usanza gli valse il titolo di "capitano gentiluomo" da parte della stampa locale;
- da New York a Brisbane e Newcastle (Aus.) – Junin (Argentina) in 42 giorni;
- da Junin a New York in 108 giorni;
- da Barry Dock (Regno Unito) a Valparaiso e poi a New York con carico di nitrati
- da New York a Brisbane con carico di merci varie e da Newcastle (Aus.) a Caleta Buena (Cile) e da Caleta Buena a New York con carico di nitrati, in 60 gg

Con l 'Italia :

- da Gibilterra a Filadelfia, in zavorra, 27 giorni (nel 1903, nave appena varata)
- da Filadelfia a Hiogo (Giapp.) e da Hiogo, in zavorra, verso Tacoma (USA), il suo ultimo, sventurato viaggio. La nave si fermò a Port Angeles, nello stato di Washington (appena prima di Tacoma), per poter sbarcare d'emergenza il suo Comandante morente.

Abbiamo pertanto ricordato, con doverosa riconoscenza, il Comandante Lazzaro Brigneti come uno dei più qualificati ed esperti navigatori che hanno portato con orgoglio il nome di Camogli sugli oceani; abbiamo ricordato altresì l'uomo che seppe diffondere l'ideale della competitività vincente, quell'ideale costantemente ricercato dalla gente di mare di ogni epoca.

Com.te Bruno Malatesta/4 - 2007


Bibliografia:
- Gio Bono Ferrari: “Camogli, La città dei mille bianchi velieri” – Nuova Editrice Genovese
- Tomaso Gropallo: “Il romanzo della vela” – Mursia Editore
- Flavio Serafini: “Uomini e bastimenti italiani di Capo Horn" - Gribaudo Editore