SOCIETA' CAPITANI E MACCHINISTI NAVALI - CAMOGLI

Ex-voto e i pittori di marina

La superstizione risale alle origini dell'umanità. E' naturale che essa non abbia risparmiato i marinai, tanto più che il mare, con tutti i segreti che racchiude sotto la sua superficie ed oltre l'orizzonte, sembra un eccellente ambiente per favorire lo sviluppo del mistero, della credenza, delle favole. Scilla e Cariddi, le sirene, il grande serpente di mare, l'Olandese Volante, sono i vecchi temi duri a morire.

L'occhio apotropaico dipinto sulla prua delle navi egizie scongiurava le stregonerie del maligno. L'occhio dipinto sulle giunche cinesi sorvegliava e proteggeva la rotta. Una coda di delfino o un vello di montone fissato sulla ruota di prua di un trabaccolo veneto scacciava i pericoli. “L'offerta di qualcosa di prezioso al mare infuriato allontana la tempesta”. Dicevano i vecchi marinai. Ma quando tutto è perduto, quando gli scongiuri non hanno più efficacia, non resta che inginocchiarsi a pregare promettendo al Madonna o al Santo patrono qualche regalo se interviene per far raggiungere la terra sani e salvi.

Così, dalla fede di uomini semplici e profondamente credenti, è nato l'ex-voto. A partire dal sec.XVIII, l'ex-voto marinaro diventa una vera opera d'arte dipinto su tavola e poi, nel sec. XIX, su tela e telaio. Questi quadri raramente sono più grandi del formato 40X60, dato che i muri delle chiese hanno limitati spazi liberi e i pittori si sentono più a loro agio nel piccolo formato. Fra questi pittori c'è di tutto, ma raramente gli stessi marinai. In ogni caso, questi artisti sono almeno un po' marinai. Si racconta loro l'avventura trascorsa, si descrive la nave (se questa è affondata) e il dipinto prende forma. E' il naufragio, l'incendio, è l'incaglio sottocosta, è infine la fuga, a secco di vele, con un'onda che s'incappella sulla poppa e spazza tutto il ponte.

Si vedono gli uomini in ginocchio sul cassero che implorano la Vergine o qualche santo e, in effetti, il miracolo avviene. In un angolo del quadro il cielo tempestoso si rompe e tra i nembi appare la Vergine, circondata da nuvolette fioccose e dorate, con il Bambino Gesù in braccio, che volge lo sguardo misericordioso sui marinai in pericolo. A mano a mano che la gente di mare si educa e impara a leggere, esige dal pittore di un ex-voto una fascia-legenda sotto il quadro come sui ritratti di navi. Lì, su quattro o cinque righe in scrittura nera su fondo chiaro, oppure viceversa, si può leggere il racconto del dramma, il nome della nave e dell'eroe dell'avventura, la data, le circostanze.

Seguono ritualmente le quattro iniziali V.F.G.A. Votun Fecit, Gratiam Accepit (fece un voto, ricevette la grazia) oppure P.G.R. (Per Grazia Ricevuta). Questo era l'uso. Se nella produzione più antica l'autore del dipinto votivo marinaro è in genere ignoto, dalla metà dell'Ottocento l'ex-voto è per lo più eseguito da quegli artisti che vengono definiti “ritrattisti di navi”, le cui opere sono tendenzialmente firmate. Probabilmente la loro primaria attività era quella di disegnatori presso i Cantieri Navali e questo spiega l'abilità nella descrizione della nave, della dinamica dell'incidente, dell'attrezzatura velica.





Brigantino “BRICK” (cm.62,5x51) Secolo XIX. Pittore Domenico Gavarrone – Genova li 29 luglio 1870: “Grazia concessa da N.S. del Monte Allegro al Cap.no Filippo Valle in una tempesta sofferta il giorno 30 Gennaio 1869, nella Latitudine 49° 40' N- Longitudine 09°35' O, ed in riconoscenza di ciò questo quadro offre”/Votive painting of the bark "Brick", 1870

Il Brick è un tipo di brigantino, molto diffuso in Liguria, con due alberi a vele quadre, randa e fiocchi. L'artista ha rappresentato il veliero che riesce a mantenersi alla cappa, con la prua al mare, dispiegando la trinchettina a prora e la bassa gabbia a poppavia. Anche l'alberatura, la velatura e le manovre sono dipinte con un tratto molto nitido che rivelano la perfetta definizione delle caratteristiche del veliero, come soltanto un grande esperto disegnatore potrebbe eseguire. Il dipinto raffigura l'evento sofferto con drammaticità, colpi di mare in coperta e vento fortissimo che imbianca il mare di forza cinetica distruttiva. L'intercessione della Madonna è quindi uno spiraglio di luce che apre la via della salvezza.

Domenico Gavarrone , genovese, è stato uno tra i più apprezzati e prolifici pittori di velieri dell'800 italiano e fu particolarmente attivo nel nostro capoluogo tra il 1845 ed il 1874. A quel tempo le sue opere avevano anche una funzione descrittiva, sia nell'ambito armatoriale, per la compravendita delle navi, sia propagandistica per i crescenti traffici migratori verso il “nuovo mondo”. La macchina fotografica era ai primordi e la pubblicità dell'intero settore navale era affidata a questi maestri “marinisti”. Nella pinacoteca del Santuario di N.S. del Boschetto a Camogli, si trovano tredici quadri di Domenico Gavarrone. Ventisette dello stesso autore sono conservati presso il Museo Marinaro di Camogli.

Carlo Gatti (5/2007)