SOCIETA' CAPITANI E MACCHINISTI NAVALI - CAMOGLI

27.15.4.16.4000...i macchi
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I numeri del titolo non sono quelli del lotto ma sono le caratteristiche che contraddistinguono alcuni tipi di cassoni della Fincosit (da noi confidenzialmente chiamati macchi ) e che dai Cantieri venivano rimorchiati ai luoghi di affondamento per la costruzione delle infratrutture portuali: Porto Torres, Marsha el Brega, Monaco furono le nostre destinazioni.
27 metri la lunghezza, 15 metri la larghezza, 5 metri la parte emersa, 11 metri la parte immersa, per un peso di 4000 tonnellate di cemento.

Fiuto, naso, sensibilità tutte doti indispensabili che facevano e fanno la dotazione del Barcacciante nel prevedere il tempo (vedi i Siparietti dedicati al “naso”) e prendere le decisioni del caso, ma c'è una condizione di rimorchio dove solo una dose di fortuna gioca un ruolo predominante: quando si rimorchia il “macco” : questa specie di iceberg in cemento. Qui non si scappa, anche con tanta potenza la velocità è di 3-3½ nodi (4 un record) e con un pescaggio di 11 mt. che non dava scampo per eventuali ridossi. Partenza da Genova con tempo dichiarato ma la lunghezza del viaggio non assicurava niente, anche l'avviso di perturbazione non dava possibilità di cercare ridosso. Un pugile alle corde che poteva solo difendersi come poteva.

La velocità alla partenza era ancora inferiore dovuta alla vegetazione che aveva fiorito nella parte immersa durante la sosta in Cantiere e che lentamente in parte si rilasciava nelle prime 48 ore di navigazione. Tanto eravamo lenti che ancora il giorno successivo alla partenza si metteva il gommone a mare per andare a comprare pane fresco e giornali.


I “macchi” in attesa di essere rimorchiati sul luogo di affondamento

Torregrande : Genova-Porto Torres, levante Corsica
Rottura della serpentina raffreddamento del reggispinta. Affrontare le Bocche poteva essere pericoloso. Vento fresco da levante che non permette la fermata in mezzo al mare, inoltre il peso del cavo (anche in parte recuperato) ci avrebbe portato contro il macco . Unico ridosso possibile per pescaggio: Porto Vecchio. Entriamo che è notte, ricupero, fonda, riparazione, alla via è mattina. Una buona dose di fortuna consente una operazione da manuale.


Il Rimorchiatore della Fincosit manovra per consegnare il cassone al Rimorchiatore di altura.

Torregrande. Genova-Palermo.(Com.te Florindo Brogi)
Sbarco e lascio lo scettro (!) al Primo Macchinista Molinari detto “pomelli d'oro” per via di un blazer corredato appunto da bottoni dorati e per una certa aria nobiliare sicuramente innata e per la quale l'ambiente lo staccava un poco. Con me si rivelò un collaboratore intelligente e prezioso e per nulla supponente, confermando il vecchio proverbio genovese che per conoscere la gente bisogna mangiarci assieme “un saccu de sa” . Lasciata la Sardegna al mattino viene trovato deceduto in cabina mentre dormiva. A parte il dispiacere ed il colpo per la tragedia, immaginate tutte le complicazioni derivate dalla situazione: velocità scarsissima, pieno dell'estate senza condizionamento, spazi ristrettissimi, ed inoltre con risvolti giudiziari per appurare il fatto. Toccò a me e Nuccio Ragone , quali rappresentanti della categoria, portare la notizia alla moglie raddoppiando il dolore. Dopo le dolorose pratiche di rito con indagine giudiziara, il Torregrande riparte ma….


Consegna del cassone al Rimorchiatore di altura.



Turbine . Genova-Marsh el Brega. Comandante Marongiu, DM Aste.
Canale di Sicilia. Burrasca da Maestrale. Il Turbine è alla cappa e per colpo di sfortuna fa avaria ed è costretto a mollare il cavo di rimorchio. Il cassone va alla deriva …è un pericolo per la navigazione ed il Turbine lancia l'avviso ai naviganti ed informa l'Autorità Marittima chiedendo altresì soccorso. Un mezzo della Marina muove e lo prende a rimorchio.

Il Torregrande da Palermo corre al recupero del cassone che individua con difficoltà a causa del mare. Lo aggancia con il suo cavo con una operazione non facile per le condizione del mare e deve poi decidere per il taglio del cavo abbandonato dal Turbine la cui lunghezza (almeno 1000 metri) comprometterebbe la sua velocità di per se già esigua, oltre creare impedimento giunto su fondali piu bassi. Da Bordo mettono a mare il gommone con la gente necessaria alla bisogna provvista di bombole e cannello. Agguantati alla bell-e-meglio con il gommone altalenante, Spallarossa riesce a tagliare il cavo…ma c'è voluto qualche ora di lavoro ed il timore di non farcela.


Il “Turbine”


Un viaggio difficile e sfortunato che si chiude con un dolore per tutti ma ancor piu per il Baracacciante (Comandante in primis ) che vive questa disavventura come una sconfitta personale anche quando sono le condizioni avverse e la fatalità a decretarne gli eventi. Quando qualcosa non è andata per il verso giusto nonostante l'impegno ci si chiedeva sempre se potevamo fare di piu e meglio


Il Rimorchiatore di altura si avvia all'uscita del Porto ed inizia “l'avventura” del viaggio

Che dire ancora su questo tipo di rimorchio? Intanto che anche con potenze di molto maggiori la velocità non incrementava significativamente. Ci provammo anche col Vortice ma con risultati modesti, c'era comunque da considerare lo sforzo maggiore delle attrezzature e la sollecitazione alla struttura del cassone che suggeriva una certa cautela. Per i meno iniziati ricordiamo come le resistenze al moto in mare incrementano col cubo della potenza raggiungendo rapidamente valori astronomici.

Si provò anche a rimorchiare il cassone di spigolo, ma la complicazione fu superiore al risultato…accorgimenti vari furono adottati dai vari Comandanti alla ricerca dell'assetto migliore…fu anche eseguita una certa pulizia allo scafo da parte dei sommozzatori…restava il fatto che stavamo rimorchiando un palazzo di cinque piani con tutte le problematiche della resistenza al moto. Si convenne che la cosa migliore era di procedere come del resto si era iniziato con le migliorie nell' attacco (il collegamento) e nella attrezzatura suggeriti dall'esperienza via-via maturata.
Come il rimorchio d'altura aveva insegnato: le soluzioni piu semplici sono in fondo le piu sicure e le piu gestibili nella difficoltà.

Nei lavori off-shore non è la velocità il valore da perseguire ad ogni costo ma il risultato finale. Anche la premura piu' giustificata si ferma poi di fronte alle avversità naturali ed impreviste che sono decisive per l'operazione. Ricordo che partimmo da Genova ( Genua , Com.te Paolo Fontana ) per assistere il Castoro (Saipem) nella posa di un gasodotto che a Barcellona attraversava la città dal mare con un semicerchio. Un lavoretto modesto per un mezzo come il Castoro attrezzato per ben altri impegni, da compiersi in una quindicina di giorni.

Arriviamo a Barcellona con un tempo da lupi in termini di pioggia ma con modesto moto ondoso in aumento che ci ha dato tempo di arrivare, grazie. Molliamo il Castoro e ci ormeggiamo al Muele del Carbon e li restiamo per quaranta giorni. Il tempo ha peggiorato da Scirocco e tale piu o meno è rimasto, per la nostra felicità, da non consentire l'inizio dei lavori. Un lavoretto di due settimane ne ha richiesto otto. Questo è solo un esempio e fra i piu semplici,che ben altra musica suona nel Mare del Nord !


Alcune fasi nella costruzione dei Cassoni (Fincosit)

 

CSDM Silvano Masini (3/2007)