SOCIETA' CAPITANI E MACCHINISTI NAVALI - CAMOGLI

Cap. S.D.M. Mauro Salomone

Caro Mauro, c'incontriamo per raccontare della tua interessante carriera....  

Direi che l'inizio della mia esperienza lavorativa è stato come quello di tanti giovani diplomati. Terminai l'Istituto Nautico di Camogli nel 1962. Imbarcai subito come Ingrassatore su un Liberty Canadese trasformato in motonave (come prima esperienza fu una cosa veramente traumatica) poi su una nave cisterna tipo “T2”, la Capo Emma; successivamente imbarcai anche su un'altra T2, come Fuochista, la Capo Andrea. Iniziai presto ad avere mansioni di responsabilità nella gestione degli apparati motori, infatti, ben presto, venni assunto come Primo Macchinista, grazie alle norme vigenti d'allora. La Patente di Capitano di Macchina l'ottenni nel 1970. E, poco dopo, fui partecipe ad un episodio significativo....

Parlacene....  

Nel 1972, venni assunto come Secondo Macchinista sulla mitica Mardi Gras. Nello shipping, tutti sanno che quella fu la nave colla quale il colosso Carnival Cruises iniziò il moderno business delle crociere. Ebbene, dopo aver fatto parte del primo equipaggio di quell'unità, assistetti, purtroppo ad un suo debutto non troppo promettente. Infatti, proprio nello stesso 1972, alla partenza del viaggio inaugurale, la Mardi Gras andò in secca nel canale d'uscita di Miami. Tutto il personale di Macchina franco, incluso me, fu chiamato per fronteggiare quell'emergenza, che, fortunatamente non lasciò conseguenze. Potete però immaginare i commenti da parte dei passeggeri e dell'equipaggio: in quel momento, nessuno avrebbe scommesso sul destino di quella nave e di quella compagnia appena nata....ma come è noto, non fu così.

La Mardi Gras, prima nave della Carnival Cruises/The Tss Mardi Gras, first ship of Carnival Cruises (photo courtesy of Ian Boyle - Simplon Postcards (© I.B. = www.simplonpc.co.uk)

E poi?

Quelli erano i tempi quando tanti di noi, sposati, cercavano alternative al lavoro sul mare. Dopo aver effettuato qualche lavoro saltuario a terra (sono stato anche Capoturno della Centrale Termica dello stabilimento Alfa Romeo di Arese per circa un anno) poi imbarcai finalmente sulle navi gestite dalla compagnia “Bradshaw”, che imbarcava anche equipaggi sulle navi della società “Marathon Oil Company”. La prima nave da D.M. fu la Frances Hammer ,poi il Julius Hammer e poi la prima nave della Marathon Oil Company e cioè lo Yates Trader; con la stessa compagnia continuai il resto della mio lavoro in mare. Fui anche Direttore su una petroliera da 400.000 tonnellate, la London Trader e una da 500.000 tonnellate, la Robinson. Poi , nel 1988, avendo la “Marathon” ceduto tutte le unità, lavorai sempre con la stessa società come Ispettore Tecnico, a Londra e a Houston come Responsabile Tecnico della divisione rimorchiatori.

Logo della Marathon Oil Co./The Marathon Oil Co. logo

Quindi, nel 1988 smettesti di navigare?

Sì; purtroppo dopo qualche tempo la “Marathon” terminò le sue operazioni marittime. Negli anni successivi, lavorai nel campo delle riparazioni navali, come Ispettore Tecnico o Responsabile del Personale di Manutenzione, fino al 2003, quando, purtroppo subii un infortunio ad una gamba.

Su quale tipo d'impianto propulsore hai preferito lavorare?

Ma vedi, effettivamente non ho mai avuto una preferenza per una macchina specifica. Anche con le turbine, per esempio, mi sono trovato molto bene, ho lavorato con determinazione, coadiuvato da personale preparato. In genere, ho lavorato più su motonavi che su turbonavi, ma, come già detto, non mi sento di dire che un apparato sia “favorito” di un altro. Su una nave del Lloyd Triestino per esempio, la Cellina , effettuavamo la manutenzione dei motori anche in navigazione: ne aveva ben sei! Era la nave che non stava mai ferma!

Hai passato un momento rilevante, qualcosa che ricordi particolarmente?

Beh, senz'altro il mio imbarco sulla super petroliera a Tristan da Cunha! Riparlo della Robinson . Il Direttore di Macchina, a conseguenza di un infortunio, dovette sbarcare d'urgenza in mezzo al Sud Atlantico. La Marathon, Compagnia Armatrice, organizzò il mio imbarco con tutti i mezzi possibili. Dopo aver volato all'Isola di Ascension, fui trasportato a quell'altra isola ben nota ai Camogliesi: Tristan da Cunha. Lì fui ospitato in maniera eccellente, in attesa del passaggio della Robinson. Quando la nave fu nel raggio d'azione d'elicottero, non essendovi porto a Tristan da Cunha, lo stesso mezzo trasportò me a bordo e il Direttore infortunato sull'isola.

Approdo all'isola di Tristan da Cunha/Approaching the Tristan da Cunha island (photo by S. Seitz)

Una bella avventura....

Il coronamento di quell'esperienza fu l'impatto colla nave enorme: era infatti la prima volta che dirigevo un apparato motore di quelle dimensioni. Inoltre non lavoravo sulle turbine da molto tempo, ma, fortunatamente dopo Tristan da Cunha facemmo otto mesi di lavori a Dakar, i quali mi permisero di familiarizzare con tutti gli impianti di bordo e ovviamente non potei che essere soddisfatto di avere la responsabilità e la padronanza di tutti gli sterminati sistemi di bordo.

Ricordi qualcosa di “critico”?

Tutti i marittimi hanno dei brutti momenti a bordo....Una volta, nel 1984, nei pressi delle Filippine passammo attraverso un tifone. Ero a bordo di una petroliera da 150.000 tonnellate e quindi neanche piccola. C'erano raffiche di vento fino a 230 km/ora, la ciminiera fu letteralmente girata a vortice su se stessa, la nave pareva andare giù al beccheggio e mai tornare più sù, uno scalandrone sbatteva in coperta facendo scempio di quello che incontrava, un incubo. Ci rifugiammo tutti sul ponte, poi, finalmente, il tempo migliorò.

Il Socio Mauro Salomone (primo da destra) durante una recente riunione/Our Member Mauro Salomone (first at right) at a recent meeting

L'ultima domanda: rifaresti il tuo mestiere, il Nautico?

Certamente sì, il lavoro del Macchinista Navale m'ha dato molte soddisfazioni sia a bordo che poi, nella terraferma. Ritengo sia un'attività completa per chi vuole intraprendere la carriera di marittimo, ma anche per chi ha intenzione di occupare, a terra, posti come Ispettore o DirettoreTecnico, Responsabile delle Manutenzioni, Addetto alle Forniture Navali e quant'altro. Devo essere sincero però: non ho mai avuto troppa simpatia per il mare anche se mi ha dato da vivere per molti anni ma, forse un motivo c'è: mi teneva lontano dalla mia famiglia e dalle quotidianità della vita.