SOCIETA' CAPITANI E MACCHINISTI NAVALI - CAMOGLI

Prima Rassegna di testi marittimi
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L'evento

Lo scorso 4 aprile 2009 è stato presentato al Civico Museo Marinaro di Camogli “Gio Bono Ferrari” il restauro di due rilevanti opere della Quadreria museale, quello dei brigantini a palo "Sarò Caino" e "Aquila".

I due dipinti restaurati dei brigantini "Aquila" (sin.) e
"Sarò Caino"

Sono intervenuti: il Sindaco, Dott. Italo Mannucci, il Direttore del Museo Comandante Bruno Sacella e, per la Soprintendenza per i Beni Artistici, la Dott.sa Farida Simonetti, le restauratrici Dott.sa Alice Ferroni e Dott.sa Roberta Moggia.

Il Direttore del Civico Museo Marinaro "Gio Bono Ferrari", Comandante Bruno Sacella e la Dottoressa Farida Simonetti dei Beni Culturali

Il Comandante Bruno Sacella ha presentato l'interessante e piacevole evento sottolineando l'importanza del Museo Marinaro di Camogli e la sua unicità come strumento conservatore dell'identità della Città. E' stata quindi la volta della Dottoressa Farida Simonetti dei Beni Culturali, che ha diretto i lavori di restauro dei due dipinti, ad introdurre gli interventi di restauro effettuati sulle due opere.

L'intervento delle due restauratrici, in alto, Dott.sa Roberta Moggia ("Sarò Caino") e Dott.sa Alice Ferroni ("Aquila")

Le due restauratrici, Dottoresse Roberta Moggia per “Sarò Caino” e Alice Ferroni per “Aquila” hanno quindi illustrato gli interessanti dettagli della manutenzione effettuata. I due quadri necessitavano infatti di tecniche diverse: “Sarò Caino” fu dipinto ad olio su tela, mentre “Aquila “ fu realizzato ad acquerello su carta. Sono stati illustrati all'interessato pubblico anche i vari aspetti delle cause di deterioramento delle opere grafiche come l'esposizione alla luce, il calore e i fattori climatici.

L'intervento del Sindaco di Camogli, Dott. Italo Mannucci

Infine, ha preso la parola il Sindaco di Camogli, Dott. Italo Mannucci che ha ringraziato i gestori del Museo e le restauratrici per la loro appassionata e preziosa opera.
L'evento si è concluso con la partecipazione del folto pubblico al buffet organizzato dopo le presentazioni. Leggi qui di seguito gli interessanti dettagli del restauro dei due dipinti, realizzati dalle due restauratrici.


1) Restauro del quadro raffigurante il brigantino a palo "Sarò Caino"
a cura della Dott.sa Roberta Moggia

Il veliero fu costruito nel 1872 a Varazze; Armatore: Bartolomeo Olivari; lunghezza = mt. 44.
Legname di costruzione = quercia. Aveva navigato in tutto il globo: Mediterraneo, Sud America, Nord Europa.
Il nome deriva dal fatto che due cognati non andavano troppo d'accordo, uno aveva costruito l'Abele e poco dopo, l'altro cognato impostava sullo scalo un nuovo bastimento e lo chiamava appunto "Sarò Caino".
Dimensioni del quadro = 79 x 47 cm - Olio su tela - Autore ignoto.

Sopra: scorri col mouse il riquadro per vedere i dettagli del dipinto prima del restauro (notare la pittura mancante). Sotto: l'opera restaurata.

Condizioni del quadro prima del restauro

Il dipinto versava in un gravissimo stato di conservazione che ne stava compromettendo l’esistenza. La tela di supporto, se pur in buono stato, non aveva più coesione con lo strato pittorico lacunoso in più zone, sollevato ed arricciato, ed interessato da una crettatura profonda in tutta la superficie. L’inizio del degrado, come testimoniano maldestri tentativi di restauro presenti, era di vecchia data ma era tutt’ora in divenire, in quanto tessere di caduta recente erano depositate nel lato inferiore tra vetro e cornice. Una buona percentuale di materia pittorica ormai sbriciolatasi è giunta in laboratorio sparsa addirittura nell’imballaggio esterno del trasporto, ciò a sottolineare ulteriormente la raggiunta impossibilità di maneggiamento e quindi fruizione del manufatto. Si ritiene doveroso precisare in questa sede le raccomandazioni orali e scritte, in fase di preventivo, sulla movimentazione dell’opera, purtroppo non comprese fino in fondo.
Si era tentato di ovviare nel tempo al “disfacimento” della pellicola pittorica con vari interventi: incollaggi localizzati di tessere sovrammesse; ritocchi e stuccature estesi anche sul colore originale; ridipinture direttamente sulla tela delle lacune; strati di vernici sintetiche. La continua evoluzione del degrado testimonia la mancanza di attenzione nella conservazione di un’opera strutturalmente delicata, probabilmente già realizzata con scarsa attenzione ai materiali costituenti, come d’uso all’epoca. Il tipo di disegno preciso e l’uso del colore fanno pensare ad un autore avezzo prevalentemente alla pittura su carta. Il sottile strato preparatorio giallino è disomogeneo, sembra una sorta di semplice imprimitura stesa sulla tela non trattata.
La presenza del vetro, non necessario per la pittura ad olio, in un ambiente troppo secco e caldo può aver aggravato il distacco della preparazione dalla tela, ed il movimento di quest’ultima provocando le crettature.
Il telaio ligneo originale di supporto presentava una debolezza strutturale, dovuta allo spessore diverso delle barre ed agli incastri fissi; probabilmente era stato pensato più per l’inserimento nella cornice che altro.
La cornice meccata è giunta invece in buone condizioni, interessata solo da strati di deposito e piccole ossidazioni
.

Alcune fasi del restauro del quadro raffigurante il brigantino a palo "Sarò Caino". Usa le frecce per scorrere le immagini (foto Roberta Moggia)

Descrizione del restauro sino al suo completamento

La prima fase dell’intervento ha riguardato la rimozione del vetro ed il pre-fissaggio delle tessere di colore volanti e pericolanti per poter permettere le operazioni successive. Ciò è stato realizzato tenendo sempre il dipinto in posizione orizzontale, (anche le fotografie); sono state recuperate le tessere volanti di dimensione “maneggiabile”, adagiate su di un film termoplastico, indi posizionate e fissate con il termocauterio. Alcune tessere incollate in precedenza, anche se non in posizione perfetta, sono state mantenute in quanto il loro distacco avrebbe danneggiato il colore circostante. Il dipinto è stato quindi smontato dal telaio per poter imbibire il retro con il consolidante; si è scelto, previ test di efficacia, il Beva 371 in esano a freddo per non compromettere il pre-fissaggio. Durante la riattivazione della resina con il calore, la tela è stata messa in tensione graduale controllata per cercare di spianare e ridistendere le profonde crettature. In questa fase non si ottiene uno spianamento totale come con l’intervento di foderatura, ma visti i buoni risultati di adesione ottenuti si è deciso con la direzione lavori, di non arrivare a tanto . In effetti essendo il quadro ancora in prima tela e non avendo quest’ultima danni strutturali, si è preferito non snaturare ulteriormente l’opera in accordo con il concetto del minimo intervento. Per eventuali cedimenti di tensioni che la tela dovesse presentare si è sostituito il telaio originale, comunque debole, con uno ad espansione. Il dipinto è stato rimontato sul telaio posizionando le strisce perimetrali definitive per rinforzare ed allungare i bordi perimetrali; ciò permetterà ritensionamenti futuri che dovessero rendersi necessari. Si sottolinea che una adeguata conservazione del manufatto in ambiente controllato e costante, è garanzia della durabilità dell’opera e dell’intervento di restauro.
L’uso della resina termoplastica ha ridato adesione, morbidezza ed elasticità alla pittura, nonché una buona protezione all’umidità.
La pulitura ha rimosso le vernici sintetiche soprammesse ed alterate cromaticamente; sono stati scelti previ test di solubilità, solventi organici quali il butilacetato e il metilpirrolidone per le ridipinture estese. Un secondo passaggio con un gel basico ha rifinito le zone intorno ai ritocchi interessate da strati di colle. Le stuccature sono state ammorbidite e rimosse a bisturi. Lo strato di vernice a contatto con il colore è stato assottigliato ma mantenuto, interpretandolo come originale.
Le lacune sono state risarcite con nuove stuccature a gesso e colla, la superficie è stata ottenuta con le basi a tempera sottotono. La reintegrazione pittorica con colori a vernice è stata realizzata ad imitazione cromatica per ridare piena leggibilità all’ex-voto.
La verniciatura finale protettiva a spruzzo ha concluso l’intervento.


2) Restauro del quadro raffigurante il brigantino a palo "Aquila"
a cura della Dott.sa Alice Ferroni

Il veliero fu costruito nel 1860 a Sestri Ponente. Armatore: G. Schiappacasse, Tonnellaggio di registro 362. Legname di costruzione = quercia. La sua polena raffigurava un'aquila con le ali spiegate. Effettuò viaggi in Mediterraneo e Sud America.
Dimensioni del quadro = 72 x 49 cm, dipinto da Domenico Gavarone - Acquerello su carta.

Sopra: scorri col mouse il riquadro per vedere i dettagli del dipinto prima del restauro (notare la vistosa macchia). Sotto: l'opera restaurata.

Alcune fasi del restauro del quadro raffigurante il brigantino a palo "Aquila". Usa le frecce per scorrere le immagini
(foto Alice Ferroni)

Cause di degrado della carta
Allo scopo di individuare quali sono i danni che possono determinare il deterioramento di un acquerello su carta, si elencano qui di seguito i motivi principali.

Cause esogene:
- Fattori ambientali : luce , umidità relativa, temperatura
- Fattori legati all’inquinamento
- Fattori umani legati alla incuria ed alla assenza di adeguate conoscenze
- Fattori legati all’uso di particolari inchiostri o pigmenti.

Cause endogene:
- Fattori legati alla origine della fibra utilizzata
- Fattori legati alle tecniche di fabbricazione.


Testo introduttivo, foto evento ed effetti grafici a cura di Bruno Malatesta /(4-2009)