SOCIETA' CAPITANI E MACCHINISTI NAVALI - CAMOGLI

Il contributo della Società alle nuove normative
Ritorna all'indice della Saggistica/Index

Comunicato stampa: Il decreto del Ministero dei Trasporti, pubblicato sulla G.U. del 16 gennaio 2008 , ed inerente la nuova definizione delle qualifiche ed abilitazioni dei marittimi iscritti alla prima categoria della Gente di Mare nonché dei nuovi programmi di esame per conseguire dette qualifiche ed abilitazioni, introduce nuove modalità di gestione dei percorsi professionalizzanti e richiede abilità e competenze significativamente innovative rispetto a quelle richieste in precedenza.
Questi temi, unitamente ai nodi interpretativi sulla gestione operativa, mancando tra l'altro normative transitorie, impongono un'attenta riflessione sulle modalità attuative e chiamano tutta la filiera formativa ad una ridefinizione delle priorità curricolari per una sincronizzazione con i nuovi programmi.
Per queste ragioni, Martedì 18 marzo presso l'Auditorium dell'Istituto Nautico San Giorgio di Genova ha avuto luogo il Convegno:

La nuova normativa delle abilitazioni professionali per la Gente di Mare

organizzato dall'Istituto Nautico San Giorgio di Genova, dall'Accademia della Marina Mercantile, con il patrocinio della Direzione Marittima della Liguria – Capitaneria di Porto di Genova e in collaborazione con Confitarma, Sindacati della Gente di Mare, del Collegio Nazionale CLC, della Società Capitani e Macchinisti Navali di Camogli.
Relatore è stato il Comandante Lucio Terranova della Guardia Costiera di Genova e responsabile dell'Ufficio Gente di Mare; ha presieduto il Prof. Eugenio Massolo, Presidente dell'Accademia della Marina Mercantile. La Società Capitani e Macchinisti Navali di Camogli era rappresentata dal Presidente, Giovanni Camozzi.


Come conseguenza del precedente scenario normativo e della indiscussa preparazione pratica dei propri membri, la Società Capitani e Macchinisti Navali di Camogli partecipa in maniera attiva al notevole sforzo formativo citato nel precedente comunicato stampa. Il nostro contributo pratico è diretto verso parte della prova d'esame di inglese degli Allievi dell'Accademia della Marina Mercantile.
Il seguente testo chiarisce che tale prova richiede un'adeguata conoscenza soprattutto della conversazione ed in questo contesto, i membri designati della Società (CLC B.Malatesta, CSDM M.Salomone) presenteranno il loro supporto pratico per preparare ulteriormente gli Allievi soprattutto nella parte riservata alle comunicazioni settoriali delle attività di bordo.

Dal precedente comunicato deduciamo (alla nostra maniera) che le norme del programma d'esame di Patentino e Patente sono decisamente cambiate.
Si definisce, tra l'altro, il livello di conoscenza della lingua inglese tecnica che deve costituire parte del background professionale di ogni componente lo Stato Maggiore delle navi mercantili.
La legge citata si riferisce alla regolamentazione aggiornata A/II del codice STCW 1978 (Standards of Training, Certification and Watchkeepers) pubblicato dall'IMO (International Maritime Organization).
Senza perdersi nei meandri di regolamentazioni e codici vari, oltre alle previste tematiche professionali, balza all'attenzione del candidato un punto di fondo e cioè che la durata della prova d'inglese tecnico dura almeno 90 minuti, gestita da un membro di commissione che è un/una docente di lingua inglese.
Se ne deduce immediatamente che un'ora e mezzo di inglese tecnico rappresenta una prova spessa e significativa ma doverosa al tempo stesso, visto che sempre più sovente operano, tra le altre, navi di bandiera italiana con equipaggio multietnico e generalmente su queste unità la lingua ufficiale di bordo prevista dall'ISM (International Safety Management) è appunto quella inglese.
Vedremo comunque in seguito che, oltre alle comunicazioni di servizio tra le varie nazionalità, tale lingua è obbligatoria sulle navi in un più vasto campo di applicazioni.

Clicca sull'immagine per vedere un esempio di simulazione PC di chiamata VHF (350 Kb)
© Bruno Malatesta

Cosa prevede la legge

Nel paragrafo relativo alle prove d'esame degli Ufficiali più qualificati*, sono elencate le seguenti norme:

Inglese tecnico – prova scritta e orale (durata minima 90 minuti - Coperta)
1)
Prova scritta: il marittimo dovrà dimostrare di saper tradurre, senza l'ausilio del vocabolario, un testo tecnico-nautico in lingua inglese;
2) Prova orale: IMO – “Standard Marine Communication Phrases (SMCP)”. Adeguata conoscenza di questo sistema che permetta all'Ufficiale di utilizzare carte e pubblicazioni nautiche in lingua inglese, di capire le informazioni meteorologiche ed i messaggi che riguardano la sicurezza e la navigazione della nave e di esprimersi in modo comprensibile nelle comunicazioni con altre navi e/o stazioni costiere, piloti ed autorità marittime.

Inglese tecnico – prova scritta e orale (durata minima 90 minuti - Macchina)
1)
Finalizzata alla verifica da parte della Commissione d'esame della conoscenza del candidato di termini tecnici utilizzati nei manuali relativi alla sezione Macchina;
2) Prova scritta: il marittimo dovrà dimostrare di saper tradurre, senza l'ausilio del vocabolario, un testo tecnico-nautico in lingua inglese;
3) Prova orale: adeguata conoscenza della lingua inglese che permetta all'Ufficiale di utilizzare pubblicazioni tecniche sul funzionamento degli apparati motore e di eseguire lavori tecnici.

Dalle suddette regole si nota che la prova scritta, cioè la traduzione dall'italiano all'inglese di un testo tecnico, è comune tra le sezioni di Coperta che Macchina. Lo scritto potrebbe riguardare non solo la traduzione di un articoletto di rivista o manuale marittimo ma anche la compilazione, per esempio, di un rapporto di avaria macchine oppure la stesura di una lettera riguardante un incidente marittimo.

La prova orale prevede invece per la Coperta la “conoscenza adeguata” del manuale SMCP, ovvero quel frasario standard che permette agli Ufficiali di Coperta di parlare “lo stesso inglese” specialmente durante le comunicazioni di urgenza; il suo obiettivo è pertanto proprio quello "di capirsi". Qui va ricordato che la maggior parte dei naviganti provengono da paesi dove l'inglese non è la lingua ufficiale. Sebbene qualcuno sia capace di dialogare in tale idioma molto correntemente, potrebbe comunque incontrare difficoltà a comprendere quei messaggi che contengono dei termini tecnici ben definiti.
Ecco perchè coloro che comunicano nel mondo marittimo dovrebbero dialogare soprattutto con una buona dizione e scandire le parole più lentamente e chiaramente del normale.

La prova orale di Macchina punta invece sulla conoscenza degli svariati termini tecnici che si leggono nelle pubblicazioni e manuali relativi ai macchinari di bordo. Ma non è tutto:“eseguire lavori tecnici” può anche significare l'organizzazione e la conduzione di vari lavori di manutenzione, per esempio impartire istruzioni a personale di varie nazionalità.

Senza considerare l'eventuale e pericolosa situazione di non comprendere un messaggio radio di urgenza critica ed insolita (per esempio un sommergibile in avaria nelle vicinanze), basti pensare alle complicazioni derivanti dalla visita di un ispettore Port State Control (PSC) quando l'Ufficiale che lo accompagna non capisce che cosa gli viene chiesto oppure un allarmato Elettricista che telefona sul Ponte di Comando e chiede - senza essere inteso - immediata assistenza per un collega svenuto nei quartieri equipaggio.
In situazioni estreme, va sicuramente evitato, per esempio, che quegli Ufficiali che conoscono scarsamente l'inglese, quando ascoltano un'altra persona che parla loro rapidamente e concitatamente siano assaliti dal panico ed ignorino del tutto quella comunicazione. Se un Ufficiale non comprende il proprio interlocutore o se l' interlocutore stesso non comprende la sua comunicazione, entrambi potrebbero imbattersi in un serio inconveniente.

Clicca sull'immagine per vedere un esempio di una simulazione PC di trasmissione VHF (700 Kb)
© Bruno Malatesta
L'inglese di bordo

Supponiamo che un Terzo Ufficiale di Coperta imbarchi per la prima volta su una nave con Stato Maggiore italiano ed il resto dell'equipaggio multietnico. La sua prima constatazione è che parlerà italiano con lo Stato Maggiore e in inglese con il resto dell'equipaggio, con le autorità estere ed altri svariati interlocutori.

Vediamo in breve dove la preparazione della lingua inglese trova vasti campi di applicazione pratici a bordo delle navi:
•  Comunicazioni radio tra nave e nave;
•  Comunicazioni radio tra nave ed autorità costiere, piloti, eccetera;
•  Ricezione bollettini radio d'urgenza e meteo;
•  Lettura ed interpretazione di carte nautiche, pubblicazioni, manuali tecnici;
•  Compilazione di vari stampati e software gestionali, tra cui le Check Lists del SMS (Safety Management System);
•  Stesura di lettere, rapporti, posta elettronica;
•  Comunicazioni telefoniche di servizio;
•  Conversazione con ispettori, guardia costiera, addetti al carico, eccetera.

Si potrebbe anche suddividere l'uso dell'inglese a bordo a seconda dell'interazione che si esercita, ovvero:
- comunicazione passiva (solo ricezione, come i bollettini meteo, i testi scritti, eccetera;
- comunicazione riflessiva (ricezione, ma anche trasmissione, come l'uso del VHF, del telefono, della conversazione, eccetera). Tale suddivisione può aiutare ad organizzare meglio la propria preparazione alla prova d'esame.

Il codice SMCP - clicca sull'immagine per visitare il relativo sito IMO

Suggerimento: come prepararsi

Si dà qui per scontato che - prima di affrontare l'esame - il periodo scolastico e quello del servizio a bordo, congiuntamente ai corsi previsti dalla legge STCW sulle Abilitazioni Professionali Marittime, siano stati utilizzati adeguatamente per raggiungere un soddisfacente livello di conoscenza della lingua inglese sia grammaticale che tecnica. Di conseguenza, la prova scritta non dovrebbe costituire un compito difficoltoso.
Speciale attenzione deve essere dedicata alle prove orali ed in particolare alla parte relativa al frasario SMCP che prevede una certa pratica dell'ascolto e della dizione in una situazione contingente. Tale pratica richiede una costante familiarizzazione con lo strumento di comunicazione, sia esso radio (per esempio con le altre navi), telefono (comunicazioni interne di bordo) o semplice conversazione (con ispettori), insomma: "bisogna farci l'orecchio". Coloro, per esempio, che hanno esperienza di navi da crociera sanno bene che il miglior mezzo per acquisire la adeguata conoscenza della lingua inglese tecnico-pratica è quello di familiarizzarsi con la sua conversazione.

Usando perciò come strumento base il codice SMCP, presente su ogni Ponte di Comando, si possono adattare le sue varie terminologie alle singole situazioni di contingenza previste. Per esempio: se la nave sta ormeggiando in porto, verranno usati i termini previsti nella sezione "Berthing and unberthing", ovviamente applicando le variabili della situazione come l'ora, i nomi geografici, le distanze, eccetera.

Il compito è senza dubbio impegnativo, considerando che il codice SCMP contiene circa 2000 frasi distribuite in un centinaio di pagine. Per evitare l'apprendimento a memoria di gran parte della fraseologia marittima (non semplice anche per una persona di madre lingua), rimane, come già detto, l'assidua pratica della conversazione e l'individuazione dei punti fondamentali dove applicarla.
E' facile concludere che questa preparazione risulta corposa, ma dobbiamo rammentare che in mare non siamo soli e che è nostro preciso dovere salvaguardare anche la sicurezza altrui qualora se ne presenti l'occasione.
E' proprio a tale salvaguardia che mira un uso corretto delle comunicazioni marittime.

 

Testo e grafica multimediale: © Com.te Bruno Malatesta 3/2008

* = Ufficiali più qualificati sono:
•  Coperta: Ufficiale di Navigazione (Patentino) viaggi di lungo corso; Primo Ufficiale (Patente), oltre le 3000 t.s.l.;
•  Macchina: Ufficiale di Macchina (Patentino); Primo Ufficiale (Patente), tra i 750 e i 3000 Kw.