SOCIETA' CAPITANI E MACCHINISTI NAVALI - CAMOGLI

Cap. S.L.C. Luigi Oneto

- Nato a Genova nel 1911 da genitori entrambi di antica famiglia marinara e camogliese.
- All'età di vent'anni, di propria volontà, sceglie la vita lavorativa sul mare.
- Diplomato nel 1933 presso l'Istituto Nautico di Camogli.
- Naviga i primi anni con la Società Alta Italia sui piroscafi Perseo, Mongioia, Montello e Monfiore.
- Nella seconda metà degli anni trenta naviga con la Società Italia di Navigazione, sulle navi REX, Augustus e Principessa Giovanna.
- Nel 1940, sempre con la Società Italia di Navigazione, si imbarca ancora come 3° Ufficiale, sulla M/n Virgilio che viene successivamente militarizzata e trasformata in nave-ospedale dopo l'entrata in guerra dell'Italia. Vi rimarrà poi continuativamente con il grado di Guardiamarina sino al Settembre del 1943, con la nave-ospedale sempre adibita a viaggi tra l'Italia ed il Nord Africa.

Nel difficile dopoguerra italiano riprende a navigare con la Società Italia di Navigazione, alle cui dipendenze rimarrà sino alla pensione, percorrendo tutti i gradi della carriera. Imbarca così su tutti i più prestigiosi ‘Passenger Liners' italiani dell'epoca.
- Nel Luglio del 1956 vive in prima persona la tragedia dell'affondamento della M/n Andrea Doria, su cui era da molti mesi imbarcato come 1° Ufficiale Anziano.

L'Andrea Doria al suo viaggio inaugurale/The Andrea Doria at her inaugural voyage


- Dal 1959 in poi è Comandante in seconda sulle M/n Saturnia, Conte Biancamano, Giulio Cesare, Augustus e sulla T/n Cristoforo Colombo.
- Nel 1963 gli viene dato il primo comando per l'ultimo viaggio sulla linea Mediterraneo-Centro America-Sud Pacifico della M/n Marco Polo (prima della vendita e della trasformazione in nave da carico): era la nave della quale aveva seguito l'allestimento ed aveva fatto il viaggio inaugurale come 3° Ufficiale nel lontano 1948 (per rimanervi quindi imbarcato oltre 13 mesi).
- E' quindi Comandante durante il viaggio inaugurale della M/n Verdi sulla stessa linea.
- Successivamente comanda le M/n Rossini e Giulio Cesare, e le T/n Cristoforo Colombo e Leonardo da Vinci. Con quest'ultima nave è Comandante durante il primo ciclo continuativo di cinque mesi di crociere invernali tra il porto di New-York e le Isole dei Caraibi (la cosa era allora per l'Armatore del tutto sperimentale, ed ebbe un gradimento assai elevato da parte della clientela americana).
- Negli anni successivi comanda alternativamente e a più riprese le M/n Raffaello e Michelangelo sino al pensionamento nel 1971.

Tempesta atlantica sulla Michelangelo, 1968 /On the Michelangelo: atlantic storm, 1968

Da Comandante, uno dei suoi molti doveri professionali era frequentemente quello di accogliere ed intrattenere a bordo personaggi illustri ed assai noti alle cronache. Assolveva a questo aspetto del suo lavoro con scrupolo, cortesia e cordialità da ‘padrone di casa': era a suo agio, ma in privato non mostrò mai di annettere a questo lato del suo lavoro un'importanza particolare. Ne parlava raramente. Tra gli altri passeggeri illustri dell'epoca, ad esempio, ha ospitato a bordo lo scrittore Thornton Wilder, gli attori Burt Lancaster, Rossella Falk, Giorgio De Lullo, Romolo Valli, Alberto Sordi e Monica Vitti, gli anziani Duchi di Windsor, la ex-regina di Bulgaria Giovanna di Savoia, il simpatico Raymond Peynet (l'autore della fortunata serie dei “fidanzatini” di Parigi), il celebre pittore Pietro Annigoni, le soprano Renata Tebaldi ed Anna Moffo, oltre naturalmente a vari tra Vescovi, Cardinali e Diplomatici.

Slide show di alcune immagini del Comandante Oneto con personalità ed attori/Slide show of Captain Oneto with actors and celebrities

Durante i lunghi anni di lavoro sul mare per la Società Italia di Navigazione ebbe più di una proposta di ‘passare a terra' per occupare ruoli anche dirigenziali negli uffici della società, ma sempre serenamente e cortesemente declinò la proposta: in privato diceva che lui aveva scelto a suo tempo il suo lavoro sul mare, e di non aver mai avuto motivo per ‘cambiar rotta'.


Professionalmente, la cosa che ricordava con più piacere dei suoi ultimi anni sul mare era quella di esser riuscito durante un lungo sciopero e per ben tre volte consecutive ad ormeggiare e disormeggiare la ‘Raffaello' al ‘Pier' di Manhattan senza Pilota e -soprattutto- senza rimorchiatori : ‘senza rompere nemmeno un cavo', come diceva lui (ciò accadeva durante un altro ciclo di crociere ai Caraibi, e non era certo una cosa semplice per una turbonave di allora, senza eliche trasversali, senza eliche a passo variabile, etc.: altre navi dello stesso tipo evitarono di far scalo a New York, altre ancora causarono danni).

Una volta in pensione, accettò l'offerta giuntagli inaspettatamente di selezionare gli equipaggi per le prime navi da crociera “Carnival” degli allora poco noti armatori Arison: le T/n “Mardi Gras” e “Festivale” (Ufficiali e Sottufficiali di Coperta e di Macchina, tutti italiani). Lo fece per un paio d'anni circa. Non lo sapeva e non lo avrebbe probabilmente mai immaginato, ma stava proprio così nascendo la moderna industria delle navi da crociera (decisamente un'altra epoca rispetto alla sua….......). Oggi “CARNIVAL” è il più grosso armatore di navi da crociera del mondo: la vecchia scelta di mantenere personale di S.M. italiano è però rimasta, ed ancor oggi contraddistingue le navi della società.

Molti anni dopo, ossia nel 1996, ebbe la personale soddisfazione di essere invitato dall'Armatore a Venezia per l'inaugurazione della M/n “Carnival Destiny” appena costruita nei cantieri di Monfalcone, allora la nave da crocierà più grande del mondo, e la prima nave per passeggeri da oltre 100.000 T.S.L. Quella volta non andò, aveva ormai 85 anni compiuti e, pur godendo di buona salute, era da qualche tempo quasi cieco: forse temeva l'emozione, di sicuro temeva l'eventualità di non riconoscere e salutare qualcuno che in altri tempi gli era stato ben noto. Questo era d'altronde ormai diventato il suo abituale assillo anche quando usciva di casa a Camogli.

Scambio di presenti sulla Raffaello tra il Comandante Oneto e lo scrittore Raymond Peynet. Clicca sulla foto per vedere la dedica di Peynet al Comandante/Exchange of presents with writer R.Peynet



Negli anni '70, ha svolto l'attività di Perito, anche per conto della Magistratura.
Negli anni '80 è stato per un mandato quinquennale Presidente dell'USCLAC (Unione Sindacale Capitani di Lungo Corso al Comando). Questo incarico lo impegnò molto, e ne fu sempre particolarmente orgoglioso.
Negli stessi anni '80 è stato presidente dell'Associazione Nazionale Medaglie D'Oro di Lunga Navigazione.
E' stato componente attivo del “Gruppo di Lavoro” sulla collisione Stockolm-Andrea Doria.
E' morto improvvisamente, all'età di 89 anni, alla fine di Aprile del 2000. Riposa nel cimitero di Camogli.

Mai avrebbe immaginato di esser ricordato su di un sito Internet, ma non gli sarebbe probabilmente dispiaciuto di essere ricordato con le parole pronunciate dal Com.te Bruno Saccella, allora Presidente della Società Capitani & Macchinisti Navali di Camogli, durante l'Assemblea dei Soci del 3 Febbraio 2001.



RICORDO DEL COMANDANTE LUIGI ONETO
(Appunto del Com.te Bruno Saccella, Presidente della “Società Capitani & Macchinisti Navali” di Camogli, da lui stesso letto durante l'Assemblea del giorno 3 Febbraio 2001).


Il 25 Aprile 2000 è mancato il Comandante Luigi Oneto. Accompagnato nella sua ultima traversata con la nostra bandiera e una nutrita partecipazione di Soci. Molti Colleghi ed Associazioni sono venuti da fuori. Il Comandante Oneto non era un Comandante qualunque, e Camogli ha perso con Lui una delle più belle figure marinare del secolo appena trascorso. Non ho avuto la fortuna di conoscerlo in attività se non per la nota vicenda dello scontro –certamente non cercato, ma portato a termine con estrema dignità e determinazione- con il Dottor Crociani.
Chi ha vissuto nelle società P.I.N. in quel periodo può meglio comprendere che l'atto compiuto dal Comandante Oneto non può esser stato un atto inconsulto, dettato da nervosismo momentaneo, ma un atto voluto, determinato, pur conoscendone i rischi, proprio per la difesa della Figura del Comandante che Oneto aveva ben chiara nella sua mente.

Ho però avuto il piacere di incontrarlo nel 1986 al tavolo sindacale della FEDARLINEA trovandomi dall'altra parte del tavolo, essendo lui Segretario Nazionale dell'USCLAC venuto a Roma, con un solo collega e non con la solita coorte (questo è chiara dimostrazione della fiducia assoluta di cui godeva presso i suoi iscritti) per il rinnovo del contratto nazionale dei Comandanti e Direttori di Macchina. E' stata un'esperienza meravigliosa che poi si è ripetuta ancora alcune volte negli anni seguenti per i contratti integrativi aziendali e altre piccole controversie.

Ebbene quest'uomo, non alto, elegante ma sobrio, entrato quasi in punta di piedi nel salone delle riunioni ha subito incusso un senso di grande rispetto.

Il solito tentativo di menare il can per l'aia – classico per i PASOLONI della FEDARMAR- è stato quasi subito interrotto dal Comandante Oneto che in maniera organica, precisa, pragmatica ha presentato le richieste della Categoria ponendo sopra tutto la dignità della figura del Comandante e del Direttore di Macchina facendo precise richieste normative –splendidamente argomentate- tendenti a tale preciso riconoscimento e giuste richieste economiche talmente motivate e contenute nei giusti limiti da porre in grossa difficoltà il Presidente della FEDARLINEA che si era reso conto di non aver a che fare con il solito sindacalista tronfio ma privo di idee.

Ricordo che il Presidente chiese di potersi ritirare un momento e quando ci siamo trovati nel “pensatoio” la frase che è venuta spontanea è stata “QUESTO SI CHE E'UN COMANDANTE” e poi valutando le richieste “DOBBIAMO ACCETTARE TUTTO” e poi ancora il dubbio della vecchia controparte vetero-sindacale “MA COSA DOBBIAMO DARE A LUI (PER IL SUO SINDACATO S'INTENDE)”. Al ché sia io che il Dottor Ravera, l'attuale Presidente della FEDARLINEA, abbiamo detto “MA QUELLO E' UN UOMO COSI' ONESTO CHE SE CI PERMETTIAMO DI FARGLI UNA DELLE SOLITE PROPOSTE SE NE ANDREBBE SBATTENDO LA PORTA ”.

L'uomo si era presentato; dignità, professionalità, grande senso morale della categoria, idee precise e un'onestà cristallina. Gli incontri successivi sono poi sempre stati quasi una festa, anche se il Comandante Oneto ha ben saputo difendere le posizioni dei suoi iscritti. E questo posso assicurarvelo perchè ho avuto la fortuna di vedere le due facce della medaglia.
Ci siamo poi rivisti molte volte -qui a Camogli- specialmente alle manifestazioni dell'Istituto Nautico, al quale lo legava il Suo ricordo personale e la frequenza di un nipote amatissimo “UN MILANESE DI MARE” mi diceva e quando gli andavo incontro e dalla voce mi riconosceva, andavamo con la memoria a vecchi ricordi.

Alla nostra Società è mancato un ottimo Socio, a Camogli é mancato un illustre cittadino, alla marineria nazionale é mancato grande, grandissimo Comandante. Ed è in questo spirito che Vi prego di rivolgere per un momento un pensiero affettuoso e riverente, ed un piccolo applauso al Comandante Oneto, l'applauso che tanto avrebbe meritato in vita.


Da un articolo apparso sull'ultimo numero della Rivista Marittima del Comandante Giuseppe Longo, 86 anni, ex Capo Pilota del Porto di Genova, estrapoliamo la seguente  testimonianza:

"....Un Comandante che voglio ricordare è Luigi Oneto di  Camogli: nel 1966, al comando della T/n Michelangelo, fu sbarcato su due piedi, dal funzionario responsabile della Finmare, il quale - non conoscendo né il Codice della Navigazione, né le disposizioni impartite dalla sua stessa Finmare - ebbe un ingiusto motivo di disappunto nei riguardi del Comandante Oneto e ne ordinò lo sbarco immediato. L'intero equipaggio, caso unico negli annali del sindacalismo attuale, si fermò e dichiarò sciopero per 24 ore bloccando la partenza della nave. Non penso si potesse dimostrare meglio di così la stima universale di cui godeva il Comandante Luigi Oneto: e anche  se ben pochi, all'infuori dei marinai, ottimi giudici, osarono farlo, i piloti del porto gli fecero pervenire subito un caldissimo telegramma di solidarietà."

Questo intervento è stato redatto da Rosa Thea Ferrari