SOCIETA' CAPITANI E MACCHINISTI NAVALI - CAMOGLI

I Velieri di Camogli
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Amore

      I quadri del Museo Marinaro rappresentano con chiara evidenza tutto il periodo della storia velica di Camogli,  "la città dei Mille Bianchi Velieri".

Dal pinco Nostra Signora del Soccorso, bastimento certamente costruito nella seconda metà del Settecento, si arriva, via via, alla "nave" in  ferro costruita nei primi anni del Novecento.

I Capitani e i Marinai di Camogli seppero costruire, giorno per giorno, quella flotta che è stata una dimostrazione unica di come sia possibile, mediante la capacità e il lavoro e verificandosi determinate condizioni favorevoli, raggiungere posizioni di benessere e di agiatezza non limitate a poche persone, ma estese a tutta una popolazione.

Profittando degli elevati noli del tempo della Spedizione Francese in Algeria, gli Armatori di Camogli aumentarono la propria flotta; molti Capitani, impiegando i propri risparmi e anche quelli della famiglia, diventarono a loro volta Armatori e molti Marinai investirono parte del loro stipendio e del ricavato della "paccottiglia" in carati o anche ottavi di carato sulla stessa nave su cui navigavano; con gli interessi dei carati provvidero a far studiare i figli da capitano elevando così la propria posizione nel Borgo.


"Due parole" di Gio Bono Ferrari

Di brick "San Carlo" ve ne furono quattro e poi ancora un "San Carlo II"; di scune e brigantini "Giovan Battista - San G.B. Battista - San Giambattista - San Gio Batta", ve ne furono più di dieci.

Di barchi a nome "Giorgina" se ne contarono quattro ad un tempo. Di "Chiara - La Chiara - La Mia Chiara", ve ne furono vari.

I barchi camogliesi a nome "Prospero - San Prospero - Santo Prospero - Il Prospero", furono più di una dozzina.

Quelli initolati a N.S. del Boschetto, con piccola variante nell'articolo, furono undici ad un tempo.

Di brigantini "Caterina - Catarina - Catterina - S.Caterina - La Catterina" , se ne contarono in vari tempi ben quattordici.

Di bastimenti "Dio mi vede" e "Volontà di Dio" se n'ebbero vari.

C'era poi l'uso, quando naufragava un barco, di dare lo stesso nome al nuovo che s'impostava sullo scalo e così nacquero tutti i nuovi: "Nuovo San Prospero", "Nuovo Diligente", Nuovo Filadelfo", "Nuova Giorgina", "Nuova Provvidenza", eccetera.

C'erano inoltre tanti bastimenti dai nomi curiosi e strambi e altri che denotavano un particolare stato d'animo. Esempio: due cognati non andavano troppo d'accordo, uno aveva costruito l'"Abele", poco dopo, l'altro cognato impostava sulllo scalo un altro bastimento e lo chiamava "Sarò Caino". C'erano i nomi burloni che generavano proteste e confusione. Esempio: il "Come Voi". Quando detto barco si incontrava in oceano con un altro o entrava in un porto, alla rituale domanda: "come vi chiamate?", rispondeva: "Come Voi". E detta risposta, tanto più nei porti esteri sembrava una burla.

Un baldo capitano di quei tempi, respinto da una stupenda fanciulla del paese, aveva dato al suo barco il nome "Mi amerai" e dopo molto, con amorosa caparbietà, era riuscito a condurre all'altare la ritrosa ragazza e a portarla a bordo, per i mari del levante e dell'Arcipelago.

C'erano i nomi diretti ad un occulto nemico, come quello della scuna "Crepi l'invidia" ed esistevano quelli, numerosi, dei nomi di battaglia di ottimi casati camogliesi come: Nuelletta, Sigratta, Muscin, Dragone, Gritta, Tulla, Negrixoa, Pefetta.

Negli anni del risorgimento, sorsero i nomi a seconda delle tendenze politiche dei casati. I vecchi armatori avevano tanti barchi "N.S. del Boschetto - San Prospero - San Rocco - ecc.", i giovani armatori, liberali avevano i vari "Precursore - Magenta - Libertà - Bersagliere - ecc.".

Certi nomi di bastimenti parranno a prima vista dei grossolani duplicati. Non è così. C'erano ad un tempo molti barchi con lo stesso nome, che generavano confusione. Un esempio, ricavato dai documenti della Regia Capitaneria del Porto di Genova: "Il giorno 20 Gennaio 1860 partiva dal Porto di Genova diretto a Cadice, il brigantino camogliese "Unione" , Cap. G. DeGregori. Lo stesso giorno arrivava nel Porto di Genova un altro brigantino camogliese "Unione" comandato dal Capitano R. Ferro, proveniente da Odessa, con 2.550 quintali di grano duro, il quale, non appena scaricato, ripartiva per il Levante.=


        Rosa Olivari - Brigantino a Palo - 1865 - Arm. A.G.M. Olivari - Cap. G. Olivari/Rosa Olivari, bark


Con la successiva Spedizione in Crimea, la favorevole occasione si ripete: con il nolo del solo viaggio di andata si pagava, certe volte, il barco. Certo i rischi erano tanti, ma con "quei diavoli dei Camogliesi", come ebbe a chiamarli Cavour, il viaggio era assicurato. La ragione di questo innalzamento di condizioni è da imputare all'indole della gente naturalmente portata al mare, ma amche al borgo isolato dal resto del mondo, privo di comunicazioni terrestri, obbligato quasi a prediligere il mare, borgo al di fuori da influenze e lontano dalle tentazioni, dove bastava una stretta di mano per concludere e garantire un contratto.


Remo - Brigantino - 1858 - Arm. F.Antola - Cap. G. Schiaffino/Remo, brig


E ancora alle parentele che erano un'ulteriore garanzia; l'Armatore affidava la sua nave al figlio, al genero, al fratello e tutti insieme lavoravano e collaboravano per la buona riuscita della spedizione. E i maggiori guadagni servivano per costruire la casa, la villa, ma sempre al paese, in modo che tutti potevano vedere e giudicare. E ogni casa e ogni villa poteva avere il nome di un veliero o di un viaggio.


Amore - Brigantino - 1842 - Arm. G.Lavarello - Cap. F.Lavarello/Amore, brig


Questa coesione è realtà nella norma della Mutua Assicurazione Camogliese, fondata nel 1853, la prima in Italia e forse nel mondo: "Il Capitano del bastimento deve essere di Camogli". Quasi una distinzione e una garanzia di serietà, capacità e di buona riuscita.


Suocero - Brigantino a palo - 1866 - Arm. A.Bozzo - Cap. A. Schiaffino/Suocero, bark


E che Camogli avesse raggiunto una posizione di rilievo è dimostrato dalla costruzione del Teatro, il solo in tutta la liguria per una città così piccola; simbolo oltre che di benessere anche di desiderio di cultura. E' dimostrato anche da quanto riportato su di un Portolano inglese del primo novecento: Camogli è riconoscibile di notte perchè illuminata eletricamente, cioè era il solo paese della riviera illuminato con la moderna e costosa luce elettrica.


Narcissus - Nave - 1876 - Arm. V.Bertolotto - Cap. N. Boero/Narcissus, sail ship


Dopo il pinco, abbiamo altri tipi di velieri: la Bombarda, ancora una riminescenza di guerra e di difesa; i brigantini agili e robusti che per un certo periodo furono la quasi totalità dei velieri di Camogli (fra i bastimenti iscritti alla Mutua Camogliese del 1853, ben 126 su 143 erano brigantini).

 

Immagini e note tratte da "Velieri di Camogli, la Quadreria del Museo Marinaro" di Pro Schiafffino, 1981