SOCIETA' CAPITANI E MACCHINISTI NAVALI - CAMOGLI

Il rimorchiatore: ape operaia del mare (1)
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Una magnifica parata navale

E' uno splendido pomeriggio di inizio estate, con un cielo azzurro terso appena qua e là percorso da fiocchi bianchi che sottolineano il bel tempo, una di quelle giornate di tiepido sole che gli Inglesi amano definire Queen's weather . La leggera brezza increspa appena il mare rendendo più vivo il movimento dei battelli di servizio che alzano una piccola spuma bianca di prora. Siamo a Spithead, un braccio di mare tra Portsmout e l'Isola di Man. Due ali di Navi riempiono la scena.

Sulla destra una imponente fila di Navi da Guerra a vapore in cinque file perfettamente allineate si perdono sullo sfondo e sulla sinistra i Vascelli da Guerra a Vela schierati (sono gli stessi che sarebbero stati a loro agio a Trafalgar). In primo piano la Pirobarca/Yacht”Victoria and Albert”- con le insegne regali del Principe di Galles in rappresentanza della Regina Madre- ha appena concluso la rassegna e poggia a sinistra presentarci il fianco destro. Siamo nella seconda metà del XVIII Secolo (26 Giugno 1897) ed assistiamo ad una maestosa parata della Royal Navy con una grande dimostrazione di potenza ed efficienza e di monito al Mondo.

L'Inghilterra è all'apice del suo dominio sui Mari, ma gia la Prussia si sta affacciando alla ribalta sfoderando grinta e tecnologia : non è male ogni tanto ricordargli la potenzialità della Queen of the Sea. I Vascelli erano lì come per passare il testimonio del dominio dei Mari al nuovo che si stava affermando: propulsione meccanica, scafo in ferro, armamento moderno.

La cronaca scritta dell'evento narra che al termine della rassegna i Vascelli sfilarono lungo tutta la fila delle Navi e lentamente si avviarono verso Porthsmouth da dove, nei secoli passati prendevano il via le maggiori imprese navali ed i suoi Uomini (la Invincible Armada, Trafalgar, ecc.).

Uno spettacolo stupendo e crediamo perfettamente reso dal ritrattista inglese che lo ha fissato nel suo momento culminante. Forse lui non lo sapeva ma quelle ambiziose Navi, che prendevano il testimone dai Vascelli da Guerra, erano già giudicate obsolete e nel giro di vent'anni saranno completamente sostituite dalle Dreadnought che furono da esempio per tutte le Marine Militari dell'Epoca e vinsero la sfida con la Prussia. Vogliamo spendere due parole su questi Ritrattisti che tanto ci hanno lasciato di testimonianze Navali del passato?

Dal XV in poi abbiamo una grande fioritura di ritrattismo navale ad opera di Autori Inglesi soprattutto, ma anche Olandes i, che ci ha consentito di risalire alla conoscenza della Nave così come era fatta e come si comportava in Mare, con una perfetta conoscenza dell'Arte Navale dell'epoca.( Arte Navale ? Alzi la mano che ha udito questo termine in questi ultimi trent'anni ! Quasi come quest'arte si fosse persa nella tecnologia).

Le loro rappresentazioni dei diversi momenti della Nave sono delle fedeli riproduzioni, sembra che gli argomenti scelti (scene maestose, navigazioni in pieno vento, naufragi, ancoraggi, ecc.) siano solo un pretesto per illustrare la Nave. La manovra (riggings) , i particolari costruttivi, la navigazione, il dispiego della velatura.....tutto è chiaramente espresso con dovizia di particolari e sapienza marinara , molto meglio che in una fotografia qui si può cogliere quanto l'Autore desiderava sottolineare o porgere all'attenzione dell'osservatore. Da qui l'appassionato di C ose di Mare può trarre notevole aiuto per conoscere un Mondo passato dove raramente si lasciava documentazione tecnica (non era neanche facile) ma solo descrizioni orali.

Piccolo inciso a proposito di sapienza marinara : vi ricordate le famose " 500 lire" dove le Caravelle avevano le bandiere sventolanti controvento ? La dice lunga sulla nostra coscienza marinara collettiva , che è rimasta relegata alla passione e la dedizione della nostra Gente di Mare senza alcun supporto istituzionale di alcun genere, fatto salvo alcune eccezioni lodevoli proprio perchè isolate ed appassionate. Non sappiamo, e ne ci interessa sapere, se queste rappresentazioni siano opere d'arte, ma non ci sembra che i nostri Accademici le considerino tali visto che sono completamente ignorate nei testi dedicati.

Personalmente siamo affascinati dall'arrivo a New York di un Clipper (il " Cutty Sark" / Maglietta di ragazza ) che entra maestosamente nell' Hudson al gran lasco con tutta la velatura spiegata, e non ce ne frega un.....niente se è o meno considerato un'opera d'arte ! (qui un'espressione marinara piu' pepata ci starebbe davvero...). Ed a questa scena aggiungiamo le nostre personali vicende: sentiamo il frusciare del vento sulle vele…il borbottare dell'onda al tagliamare…i marinai "a riva" pronti ad eseguire gli ordini…la concentrazione del Comandante per cogliere l'istante preciso alla manovra delle vele, del timone...

….tutta la Nave vive l'evento ed è tesa con l'Equipaggio per eseguire una delle cose più belle da vedersi e che danno un senso alla passionaccia per questo mestiere duro e difficile. In questo momento si dimenticano le difficoltà vissute nel Viaggio, le amarezze della lunga navigazione, i contrasti umani, il cibo pestilenziale........adesso tutti si associano all'ambizione della Nave di dare il meglio di se.

In quel momento anche l'osservatore esterno, conoscitore o meno di cose di Mare, dimentica per un istante gli Uomini che governano la Nave, e la personalizza : è Lei che elegantemente scivola nell'acqua e compie quel complesso miracolo della manovra. Nessun Uomo di Mare si sognerebbe mai di considerare la Nave come una cosa. La Nave vive - essere antropomorfo - con i suoi pregi ed i suoi difetti, alle sue doti marinare ed alla sua generosità la Gente di Mare si affida quando l'inclemenza degli eventi rende la vita difficile.

Oltre, occorre ricorrere a più alto aiuto e misericordia testimoniati dagli ex-voto disseminati nei nostri Santuari rivieraschi. Ogni Nave ha il Suo carattere e l'eventuale ostinazione di un Comandante a piegarla con la forza ai suoi voleri porterà solo nocumento e guai. Può blandirla…assecondarla nei suoi difetti…vezzeggiala se del caso…per ottenerne il meglio, ma mai usare violenza…come una bella donna: la Nave è femmina in tutte le Marinerie del Mondo.

Quando il Pilota sale a Bordo all'arrivo in Porto, non chiede che tipo di esperienza ha il Comandante e ne quali comportamenti usa abitualmente....no, non chiede questo......chiede come la Nave, questa Nave, reagisce alla potenza della macchina, come si comporta alla marcia indietro, quanto tempo impiega a fermarsi, come affronta il vento od il basso fondale, e se ci sono peculiarità o qualche difetto da tener di conto.

La ritrattistica navale da noi è quasi prevalentemente relativa alle "marine" più o meno suggestive con qualche barchetta di contorno a far scena, ed un po' di cartellonistica pubblicitaria. Fa eccezione il Locci, a maggior ragione meritevole di plauso, ottimo pittore che rende meravigliosamente Navi in Mare con lo sfondo della nostra Riviera. Per il resto sono gli ex voto della Gente di Mare scampata al pericolo con rappresentazioni un po' naif, centrate sull'evento miracoloso ma lontane dalla realtà Marinara, enfatizzata appropriatamente per sottolineare la gravità del momento.

Sono storie, più che descrizioni, certamente significative per trarne materiale di studio sulla vita della Gente di Mare e gli usi e costumi delle Genti Rivierasche (ed egregiamente è stato fatto) ma non adatte per apprendere l'Arte Navale del tempo passato. E noi, non Accademici, ci rifacciamo volentieri a quei Ritrattisti per imparare Cose di Mare del tempo andato e ritrovare un po' di memoria storica che la tecnologia tende a soffocare e livellare.

Le accarezziamo con l'occhio e la memoria di chi quelle cose ha vissuto con tanta passione sia pur in tempi più recenti ...e certo meno travagliati...

...ma una fettina è toccata anche a noi, e la consideriamo, oggi, il sale della nostra esperienza senza il quale oggi non saremo qui con la voglia di raccontare queste cose.

Ma ritorniamo alla nostra scena in questa bella giornata di primavera con stormi di gabbiani svolazzanti fra le alberature e laggiù...laggiù...

...laggiù nella lontana prospettiva appena velata e sfumata per non togliere luce e splendore ai soggetti principali della rappresentazione...laggiù in fondo due piccoli scarafaggi neri e fumosi se ne stanno quieti e tranquilli, quasi indifferenti a questo maestoso evento. La riproduzione è una riduzione tipografica ed allora ci serviamo di una lente per toglierci la curiosità circa questa anomalia pittorica.

Perbacco, sono due rimorchiatori (two tugs )!

Ci assale un groppo in gola, abbiamo passato anni su questi Bordi e ne conosciamo vita, morte e miracoli. Per anni abbiamo accarezzato l'idea di dire qualcosa su di loro, di andare alla ricerca della loro origine, di spiegarne la tecnica , ma poi...la professione...gli impegni sociali...lo studio...il distacco...ce lo hanno impedito o ce lo hanno scusato.

Adesso - e qui - prepotente si affaccia questo desiderio di riprendere dopo trent'anni il filo che avevamo colpevolmente tralasciato e l'impegno tradito. Non ci sono più scusanti , ora lo possiamo fare ..., che ne dici Carlo (Charly), ci proviamo?...e speriamo non sia troppo tardi.

Due Rimorchiatori.

No, per nessuno di noi questo termine avrebbe un senso: per noi sono le " Barcacce ", e solo con questo nome le abbiamo conosciute e chiamate senza alcun intendimento dispregiativo ma espressione di affettuosa convivenza e amicizia (ricercheremo insieme l'origine di questo nome, strada facendo). Di questa maestosa scenografia noi sappiamo con certezza che mai queste Navi avrebbero potuto schierarsi con i propri mezzi, ed a quel modo, senza un ausilio esterno (sarebbe ancor oggi difficile), e che quei due nostri amici scarafaggi hanno provveduto, in silenzio e nel totale disinteresse, a mettere in ordine queste formazioni.

Adesso essi sono lì , attendono che qualcuno dia loro il via libera per tornare alla routine di ogni giorno, forse se ne sono anche dimenticati (succede, ci è successo) e se ne staranno in paziente attesa che qualcuno si ricordi.

< … dei Rimorchiatori che ne facciamo? Abbiamo finito ?>
< Ah, già i rimorchiatori. Mah, teniamoli ancora un po', non si sa mai. >
Nessuno parlerà di loro.

Fa onore al Ritrattista aver colto questo insignificante particolare in un contesto di imponenza e maestosità e ricordato questi oscuri e dimenticati Operai del Mare. Vedete, durante la navigazione anche nei più gravi frangenti il Comandante trova il coraggio e la possibilità di uscirne fuori con le forze che la Nave dispone in Uomini e mezzi, compie azioni disperate ma precise di azione ed intervento: il suo pericolo è il mare, null'altro.

All'approssimarsi del Porto la sua preoccupazione paradossalmente aumenta. Egli sa che la sua saggezza e la potenza della sua Macchina non sono più sufficienti a portare a termine felicemente il viaggio: tante sono le insidie che gli si parano davanti a cominciare dalla ridotta manovrabilità per la minor velocità che lo porta in balia del vento e della corrente. Ha bisogno di aiuto , ha bisogno del Rimorchiatore. Quell'aiuto che dovrà ricercare quando, ancora in navigazione, non può più affidarsi solo alla sua Nave.

Ma questa è un'altra storia che conosceremo insieme a tante altre.

CSDM Silvano Masini - 1/2007