SOCIETA' CAPITANI E MACCHINISTI NAVALI - CAMOGLI

La collezione fotografica dell'S.T.V. Prospero Solimano
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Le foto che seguono fanno parte della collezione del Cap. Prospero Solimano, zio della Sig.ra Tina Leali Rizzi. Si tratta di una collezione di grande interesse storico e documentale, costituita da numerose ed interessanti immagini, molte delle quali sono assolutamente inedite e costituiscono quindi un notevole, e del tutto nuovo, supporto iconografico alla conoscenza delle unità e dell'attività della Regia Marina nel corso della seconda guerra mondiale.

Nel corso della consueta e quotidiana attività della Società Capitani e Macchinisti Navali di Camogli non è raro poter accedere a documentazioni e raccolte fotografiche riferite alla tradizionale carriera “mercantile” di molti dei nostri iscritti, di loro congiunti, o di personaggi che – comunque – hanno portato il nome di Camogli su tutti i mari del mondo.Tuttavia, accade anche talvolta di venire a conoscenza di “corpus” documentali riferiti a fatti e vicende della Marina Militare Italiana: un elemento di sicuro interesse, la cui importanza, per la nostra Società, viene enormemente accresciuta quando collezioni, documenti o immagini sono riferite a nominativi originari di Camogli e che nella nostra città hanno sempre risieduto.

E' questo il caso del comandante Prospero Solimano, nato a Camogli il 4 febbraio 1915 e qui scomparso il 26 febbraio 1988 che, prima di dare avvio alla propria carriera di ufficiale di coperta e, infine, comandante nella Marina mercantile, tra il 1934 e il 1945 prestò servizio nel Corpo Ufficiali di Stato Maggiore della Regia Marina sino a raggiungere il grado di sottotenente di vascello. Dopo il consueto corso quadriennale all'Accademia di Livorno, Prospero Solimano – con il grado di guardiamarina – imbarcò sul cacciatorpediniere Pantera nel 1936; successivamente (nel 1937) fu destinato a bordo della corazzata Giulio Cesare a bordo della quale partecipò agli scontri di Punta Stilo (9 luglio 1940), Capo Teulada (27 novembre 1940) e “Prima Sirte” (16/17 dicembre 1941). Promosso sottotenente di vascello, venne destinato sul cacciatorpediniere Carabiniere sul finie del 1942, e con questa silurante prese parte all'ultima fase della “battaglia dei convogli”, operando nel corso di numerose missioni di scorta organizzate per la protezione di nostri mercantili destinati al rifornimento del fronte dell'Africa settentrionale.

Durante le concitate e drammatiche vicende armistiziali, il Carabiniere salpò dalla Spezia il 9 settembre 1943, insieme alle altre unità navali italiane colà dislocate, per raggiungere – secondo gli ordini ricevuti – un porto occupato dagli Alleati. Come noto, la reazione tedesca all'ottemperanza della flotta italiana alle clausole dell'armistizio portò all'affondamento della corazzata Roma , a Nord dell'Asinara, nel pomeriggio dello stesso 9 settembre e il Carabiniere , insieme ad altre unità, partecipò alle operazioni di salvataggio dei naufraghi della sfortunata nave ammiraglia. Le operazioni di recupero dei superstiti portarono però il Carabiniere , l'incrociatore Regolo ed alcune altre siluranti e unità di scorta a perdere il contatto con il grosso della Squadra, e – anche in considerazione dell'elevato numero di naufraghi e feriti presenti a bordo – queste navi fecero rotta per Port Mahon (isola di Menorca, nelle Baleari) dove, in accordo alle convenzioni internazionali, furono internate.

L'evolversi della situazione internazionale, nel gennaio 1945, permise il rientro in Italia delle navi internate a Port Mahon e, al termine del conflitto, Prospero Solimano lasciò la Regia Marina iniziando a navigare, sino a raggiungere il comando e la pensione, nella Marina mercantile. Sono venuto a conoscenza della ricca collezione fotografica di Prospero Solimano, riferita al suo servizio con la Regia Marina, attraverso la nipote Sig.ra Tina Leali-Rizzi, ben conosciuta a Camogli dove ha insegnato per numerosi anni all'Istituto Tecnico Nautico e ove oggi opera come corrispondente locale del “Secolo XIX”.

Peraltro, la “complessità” stessa della collezione (composta da 200 immagini in cui compaiono numerose e diversificate unità della Regia Marina nel periodo 1935/1943) non permetteva, ad un primo esame, una completa valorizzazione delle fotografie, per non parlare di un loro riordino al fine di consentire ad appassionati e studiosi della materia di apprezzarne pienamente il valore quantitativo e soprattutto qualitativo: si trattava di un lavoro da “esperti”…

Ho quindi provveduto a contattare il dr. Maurizio Brescia, un ricercatore nel campo storico-navale da tempo affermato in italia e all'estero ed autore, egli stesso, di volumi e saggi riferiti alla storia e alla tecnica delle unità della Marina Italiana. Il dr. Brescia collabora, sin dalla fondazione, con la rivista “Storia Militare” (diretta dal com.te Erminio Bagnasco) e del cui Comitato tecnico-scientifico è uno dei membri più preparati ed autorevoli. Anche grazie alla personale amicizia che ci lega da anni (inoltre consolidata, nel tempo, attraverso la comune partecipazione all'organizzazione di numerose edizioni della mostra “Mare Nostrum” di Rapallo), la risposta del dr. Brescia è stata entusiastica e, in breve tempo, mi ha fatto pervenire una completa relazione nella quale il ricco materiale della collezione fotografica di Prospero Solimano è stato da lui analizzato, “sviscerato” e – soprattutto – riordinato in maniera organica ed estremamente completa.

Perdipiù, il dr. Brescia ha provveduto al restauro “informatico”, alla catalogazione e alla completa descrizione delle 80 più importanti e significative fotografie della collezione, che oggi la Società Capitani e Macchinisti Navali di Camogli ha il piacere e l'onore di presentare nelle pagine web che seguono. Sono certo che i visitatori del nostro sito ed i numerosi appassionati che ad esso fanno costante riferimento sapranno apprezzare l'interesse storico e l'unicità della “Collezione Solimano”: una raccolta fotografica inedita che – una volta di più – testimonia la presenza, l'attività e il sacrificio di tanti marinai di Camogli, in pace e in guerra, su tutti i mari del globo.

Carlo Gatti - Presidente della Società Capitani e Macchinisti Navali di Camogli


Presentazione

La collezione è composta da 200 immagini in bianco e nero scattate tra la fine degli anni Trenta e la seconda guerra mondiale; tutte le fotografie sono originali dell'epoca, stampate su carta opaca, e solamente alcune sono state stampate su supporto cartaceo del tipo “puntinato”.

Le dimensioni delle fotografie variano da un massimo di cm 16 x 22 ad un minimo di cm 6 x 8; la maggioranza sono nel classico formato “cartolina” o lievemente più piccolo (cm 8 x 12). Quasi tutte le fotografie sono scatti “amatoriali” ma non mancano alcune immagini che – per tipologia, “stile” e modalità di realizzazione – apparirebbero provenire dagli archivi del Ministero della Marina o dell'Istituto Luce. Tuttavia, solamente alcune fotografie presentano timbri, scritte o didascalie che potrebbero facilitare l'identificazione della provenienza.

Tutte le immagini sono di buona qualità e non presentano abrasioni, piegature o segni particolari che potrebbero diminuirne la valenza documentale; trattandosi di fotografie per la grande maggioranza inedite o poco conosciute (non più del 20% era già noto o pubblicato sulla stampa specializzata), il valore storico della collezione è quindi notevole, e le immagini che di essa fanno parte contribuiscono sicuramente ad accrescere la conoscenza iconografica dell'attività della Regia Marina tra il 1937 e il 1943.

Ai fini di descrivere e valorizzare la collezione, dal totale delle 200 fotografie che la compongono ne sono state scelte 80 particolarmente significative, tanto per il fatto di risultare inedite quanto perché riferite a navi ed eventi di particolare interesse. Queste 80 immagini sono state riordinate e riunite organicamente in tredici “gruppi” al fine di facilitarne la comprensione e lo studio. Successivamente, le fotografie sono state rilevate utilizzando uno scanner “Epson 1250” alla risoluzione di 500 dpi. I documenti così ricavati, in formato jpg, sono stati trattati con il programma “Adobe Photoshop 7.0” (su sistema operativo Mac 9.0) per migliorare, inizialmente, soprattutto la luminosità e il contrasto delle immagini. In questa prima fase di valorizzazione, si è inoltre provveduto a “centrare” maggiormente le fotografie eliminando bordi, parti laterali deteriorate, elementi non di interesse (porzioni troppo ampie di mare, di cielo ecc.).

Non è stato necessario condurre un restauro informatico qualitativamente esteso delle immagini e – solo in alcuni, limitati casi – si è provveduto ad eliminare piccole macchie o segni per migliorare l'aspetto generale del documento così trattato.

Maurizio Brescia, Comitato tecnico-scientifico .
"Storia Militare" è una rivista mensile, pubblicata a partire dall'Ottobre 1993 dall'Editore Albertelli di Parma. Sulle sue pagine, a firma dei più competenti autori italiani e stranieri in materia, compaiono articoli relativi ad argomenti navali, aeronautici e terrestri dalla fine dell'800 ad oggi. La rivista, il cui direttore è il noto storico navale Com.te Erminio Bagnasco - genovese di nascita - è in vendita in tutte le edicole, al prezzo di euro 6.00, all'inizio di ogni mese"

Cliccate sull'immagine per vederla ingrandita.


Gruppo 01 - (immagini da 01 a 19)

Fotografie scattate a bordo della corazzata Giulio Cesare (o raffiguranti viste esterne della medesima unità) tutte riferite al periodo fine 1937 / estate 1938. Di particolare interesse le viste delle “serie di tiro” (diurne e notturne) condotte dal Cesare nel corso di uscite in mare per esercitazioni.

La Cesare e la gemella Cavour , entrate in servizio durante la prima guerra mondiale, erano state radicalmente ricostruite tra il 1933 e il 1937, emergendo dai grandi lavori con sovrastrutture di linea moderna e con l'apparato motore completamente sostituito. L'armamento principale (originariamente composto da 13 pezzi da 305 mm) era stato ricalibrato a 320 mm e, con lo sbarco della torre trinata centrale, comprendeva due torri binate e due trinate nelle “classiche” posizioni prodiera e poppiera, con le torri binate sopraelevate rispetto a quelle trinate.

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Gruppo 02 - (immagini da 20 a 22)

Tre fotografie relative a tiri di esercitazione effettuati, a nave ferma, dalla corazzata Giulio Cesare , La presenza della colorazione mimetica, applicata a maggio del 1942, permette di inserire temporalmente le immagini tra questa data e l'agosto del 1943. Le prime due fotografie appaiono mosse per via della concussione della salva; la terza (n. 22) è molto nitida e permette di apprezzare numerosi particolari dell'armamento e del torrione di comando.

 

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Gruppo 03 - (immagini da 23 a 29)

Nell'album, queste sette immagini sono identificate come “Prima Sirte” e, ad un esame accurato, possono in effetti facilmente essere datate ai giorni 16/17 dicembre 1941 quando, nell'ambito della scorta indiretta a nostri convogli diretti in Libia, una parte della Squadra da battaglia della Regia Marina si trovò contrapposta ad un gruppo navale inglese (amm. Vian) costituito da incrociatori leggeri e cacciatorpediniere. Nella fattispecie, agli ordini dell'amm. Iachino, uscirono in mare le navi da battaglia Littorio , Doria e Cesare , gli incrociatori pesanti Gorizia e Trento e dieci cacciatorpediniere. Lo scontro a fuoco (per l'appunto definito “Prima battaglia della Sirte”), condotto a Sud di Malta da grandi distanze – ca. 29.000 m – e all'imbrunire, non portò ad alcuna conclusione, e la Royal Navy riuscì nell'intento di far giungere a Malta la cisterna Breconshire , inizialmente scortata dalle unità dell'amm. Vian.

Nella foto n. 25 sono visibili le corazzate Doria (mimetizzata con uno schema tipo “Claudus”) e Littorio (con una colorazione sperimentale “a spina di pesce”) riprese da bordo del Cesare ; nelle foto n.26/28, tre viste del Littorio , in navigazione in linea di fila a prora del Cesare (nelle n. 27 e 28 in particolare, come evidenziato dalla scia, il Littorio ha appena completato un'accostata sulla dritta). Nella foto n. 29, la bandiera di combattimento del Cesare con – nel campo verde – le lettere “SPQR”.

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Gruppo 04 - (immagini da 30 a 32)

La motonave Marco Foscarini, di 6.342 t.s.l., in fiamme al largo delle coste libiche dopo essere stata colpita alle 11.00 del 27 maggio 1941 da aerei inglesi mentre si trovava in navigazione dall'Italia alla Libia. Il mercantile du rimorchiato a Tripoli, dove giunse il 30 maggio, e portato a incagliare per essere riparato sul posto. Il 22 gennaio 1943, prima dell'abbandono di Tripoli, si trovava ancora in riparazione e venne ulteriormente danneggiato da un bombardamento della RAF. Recuperato dagli Alleati dopo l'occupazione della colonia, fu successivamente utilizzato dalle forze britanniche. (L'identificazione della nave e le informazioni riportate sono dovute al Sig. Aldo Starace, membro dell'Associazione Marinara "Aldebaran" di Trieste)

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Gruppo 05 - (immagine 33)

Una fotografia inedita dell'affondamento del cacciatorpediniere Gioberti avvenuto al largo di Punta Mesco il 9 agosto 1943.

Sulle circostanze della perdita del Gioberti viene riportato, di seguito, un estratto dal volume di E. Bagnasco e M. Brescia Cacciatorpediniere classi “Freccia/Folgore”, “Maestrale” e “Oriani” (parte 2a , Albertelli, Parma, 1997 – pagg. 126/127):

“. . . Il Gioberti fu l'ultimo cacciatorpediniere perduto dalla Regia Marina prima dell'8 settembre 1943, a conclusione di una lunga serie di affondamenti (44, più di uno per ogni mese di guerra) iniziatasi con l' Espero , il 28 giugno 1940, e proseguita in tutte le zone operative in cui le nostre navi furono impiegate.

Gli incrociatori dell'8 a Divisione ( Garibaldi e Aosta , amm. Fioravanzo), una volta sospeso il tentativo di avvicinarsi a Palermo per bombardare il porto occupato da truppe alleate, fecero rientro alla Spezia alle 18.52 dell'8 agosto 1943. Le due unità lasciarono La Spezia dirette a Genova alle 17.00 del 9 agosto scortate dai caccia Mitragliere , Carabiniere e Gioberti (c.f. Carlo Zampari, alla sua prima uscita in mare in tempo di guerra). A Sud di Punta del Mesco, tra Monterosso e Levanto, il Mitragliere si pose in testa alla formazione, con il Garibaldi e l' Aosta in linea di fila e il Carabiniere e il Gioberti , rispettivamente, a sinistra e a dritta degli incrociatori. Era purtroppo questa la zona d'agguato del sommergibile inglese Simoon (com.te Milner) che, alle 18.25, lanciò sei siluri contro la formazione: da parte loro le navi italiane stavano preparandosi ad accostare a dritta (da rotta 225° a rotta 270° per scapolare Punta del Mesco) e, quindi, in quel particolare momento non stavano zigzagando. Mentre il Mitragliere e il Carabiniere contromanovrarono prontamente, effettuando alcune accostate per evitare i siluri in arrivo segnalati dall'idrovolante di scorta, il comandante del Gioberti stimò erroneamente di poter evitare l'impatto mantenendo la rotta e aumentando la velocità. Purtroppo questo apprezzamento si rivelò errato e due armi colpirono a poppa il Gioberti che, spezzato in due, affondò in breve tempo.

Pur considerando l'errore di manovra del Gioberti , va rilevato che lo scarso addestramento all'attività di squadra effettuato negli ultimi mesi di guerra, come pure la mancata ricezione da parte del Gioberti del segnale d'allarme in fonia trasmesso dal Carabiniere alle 18.26, contribuirono sicuramente alla perdita del caccia. Il Carabiniere effettuò un attacco contro il Simoon lanciando Alicante salve di b.t.g. che danneggiarono i tubi di lancio poppieri del battello inglese; dopodiché la formazione proseguì verso Genova, dove arrivò in serata. Molti dei naufraghi del Gioberti furono recuperati da una squadriglia di Mas e da altri mezzi di soccorso usciti dalla Spezia appena ricevuta la notizia della perdita del caccia. . . .”

Nell'immagine (scattata probabilmente dalla poppa del Carabiniere ) sono visibili, nell'ordine da sinistra, l'incrociatore Garibaldi , il troncone prodiero del Gioberti che procede ancora con un minimo abbrivo, e il troncone poppiero, in preda alle fiamme, da cui si innalza una grande colonna di fumo.

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Gruppo 06 - (immagini da 34 a 36)

Tre scatti, databili al 1940/1941, di altrettanti Mas appartenenti alla serie “500”; nella foto n. 35 è raffigurato il lancio di un siluro con l'apparecchiatura ad impulso laterale tipo “Minisini”. La fotografia n. 36 è un assoluto inedito, in quanto raffigura il MAS 550 , un'unità di cui – ad oggi – non era conosciuta alcuna immagine; appare notevole anche l'impostazione della fotografia, fortemente “operativa”, raffigurante il ‘550 ad alta velocità, ripreso da bordo di una similare unità, della quale è riconoscibile in primo piano la parte superiore del siluro di sinistra.

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Gruppo 07 - (immagini da 37 a 42)

Una serie di fotografie, in parte già note, raffiguranti l'affondamento della torpediniera Pleiadi , avvenuto a Tripoli il 31 maggio 1941.

Sulla perdita della Pleiadi riportiamo, di seguito, quanto riferito dal volume di E. Bagnasco In guerra sul mare (Albertelli, Parma, 2005) a pag. 176:

“. . . La torpediniera Pleiadi , con un vasto incendio a bordo viene rimorchiata fuori del porto [di Tripoli] per evitare danni ad altre navi nell'eventualità di un'esplosione dei suoi depositi munizioni. L'unità si trovava all'ormeggio quando, verso mezzogiorno [del 31 maggio 1941], un idrovolante Cant. Z 501 della Ricognizione Marittima, per errata manovra, è andato ad infrangersi sulla sua poppa. Si era verificata un'esplosione, con devastazione delle strutture della nave, e nello stesso tempo si era sviluppato un violento incendio. Trasferita nell'avamporto, nonostante tutti gli sforzi per salvarla, la torpediniera affonderà poche ore più tardi rimanendo emergente con le sole sovrastrutture centro-prodiere. Ne sarà deciso il recupero ma, ad operazioni ormai avanzate, nel corso di un'incursione aerea avvenuta il 13 ottobre successivo, la nave verrà colpita da una bomba d'aereo; nei giorni successivi una forte mareggiata aggraverà ulteriormente la situazione della torpediniera che – per i gravi danni subiti – verrà considerata perduta e abbandonata dopo aver asportato quanto poteva essere ancora utilizzato. . . .”

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Gruppo 08 - (immagine 43)

Si tratta di un ulteriore assoluto “inedito”: uno scatto amatoriale – e probabilmente anche per questo motivo mai pubblicato sinora – raffigurante la nave caserma GM 64 e il sommergibile Enrico Toti nel Mar Piccolo a Taranto.

La nave caserma GM.64 detta anche “Buttafuoco” era la vecchia corazzata austroungarica Erzherzog Albrecht del 1874, già nave caserma Feuerspier dal 1908 e preda di guerra italiana dalla fine del primo conflitto mondiale. Impiegata per anni, soprattutto per l'alloggio degli equipaggi dei sommergibili, fu radiata solamente dopo la fine della seconda guerra mondiale.

Il Toti , entrato in servizio nel settembre 1928 e noto per aver affondato il sommergibile britannico Triad durante un epico combattimento nel 1940, il 1° aprile 1943 era stato radiato, venendo impiegato come pontone-ricarica presso l'Arsenale di Taranto. La fotografia è sicuramente successiva alla radiazione del battello, che appare alto sull'acqua essendo stata sbarcate buona parte della nafta e delle dotazioni di servizio. Si noti la colorazione del Toti che – pur impiegando i colori “standard” per i sommergibili italiani dell'epoca (macchie grigio-verdi scure su un fondo grigio più chiaro) – presenta un disegno a chiazze più grandi e regolari di quanto applicato sulla maggioranza delle altre unità subacquee italiane tra il 1942 e il 1943.


Gruppo 09 - (immagini da 44 a 50)

Una serie di sette fotografie (di cui almeno tre inedite) riferite al bombardamento della base navale della Spezia effettuato, attorno alle 13.45 del 5 giugno 1943, da 112 bombardieri statunitensi B-17 del 12th Bomber Command dell'USAAF decollati dall'aeroporto Maison Blanche di Algeri,

Nella foto n. 46 possono essere individuate la corazzata Littorio (al traverso al centro della foto), la corazzata Roma (di prora tra le due esplosioni centrali) e l'incrociatore pesante Bolzano . Mentre le due navi da battaglia si trovano alla boa all'interno di recinti parasiluri, il Bolzano è ormeggiato alla Banchina scali dell'Arsenale.

Nella foto n. 49, ripresa da bordo di una torpediniera ormeggiata anch'essa alla Banchina scali, è visibile sullo sfondo la corazzata Vittorio Veneto , all'interno di un recinto parasiluri nei pressi della diga foranea. Le tre corazzate subirono solamente lievi danni, mentre furono numerose le distruzioni apportate alle strutture ed alle costruzioni della città e dell'arsenale.

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Gruppo 10 - ( immagine 51)

E' questa una foto già nota relativa alla corazzata Roma , in affondamento a Nord dell'Asinara attorno alle 16.10 del 9 settembre 1943. Tuttavia, ancorché pubblicata in numerosi volumi e riviste specializzate, la qualità di questa specifica stampa è notevolmente superiore a quanto sinora conosciuto, ed è possibile individuare – ad esempio – le bande bianco-rosse pitturate sul castello di prora, la fascia bianca sulla fusoliera dell'idro Ro 43 a poppavia della torre tre e la catapulta a poppa estrema, semidistrutta e parzialmente protesa fuoribordo.

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Gruppo 11 - (immagini da 52 a 54)

Tre immagini relative al periodo di internamento del ct. Carabiniere a Port Mahon (Isola di Menorca, Baleari). Il Carabiniere , insieme ad altre unità (ct Mitragliere , incrociatore leggero Attilio Regolo e avviso-scorta Orsa ) che avevano partecipato al recupero dei superstiti della nave da battaglia Roma , riparò a Port Mahon, dove le navi furono internate sino al gennaio 1945. Nella fotografia n. 52 vediamo il Carabiniere , mimetizzato (con il Mitragliere in secondo piano) durante una cerimonia religiosa locale nella primavera-estate del 1944; nella fotografia n. 54, il s.t.v. Solimano con due pesci pescati dall'equipaggio per integrare le razioni di bordo, non certo abbondantissime per via delle ristrettezza cui erano sottoposti ufficiali, sottufficiali e “comuni” delle unità italiane internate.

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Gruppo 12 - (immagini da 55 a 75)

Serie di ventuno immagini non riconducibili agli eventi precedentemente descritti ma di notevole interesse storico, documentale e iconografico:

•  n.55: L'incrociatore pesante Pola (in primo piano) con, sullo sfondo a sinistra un altro incrociatore pesante (probabilmente il Trieste ) e, a destra, la corazzata Cavour . Foto 1937/38.

•  n.56: Un sottufficiale addetto ad una delle “colonnine” per la direzione del tiro antisilurante e secondario a bordo della corazzata Cesare . Foto 1937/38

•  n.57: il castello di prora della Cesare con, in primo piano, le volate dei pezzi da 320 mm della torre trinata prodiera. Foto 1937/38

•  n.58: incrociatori pesanti in linea di fila, ripresi da bordo della Cesare . Nell'ordine, da destra a sinistra: Trieste , Bolzano e le quattro unità della classe “Zara”. Foto 1937/38

•  n.59: l'esploratore Pantera all'ancora in Adriatico, probabilmente davanti a Pola (Foto 1937/38). Riclassificato “cacciatorpediniere” insieme alle gemelle Tigre e Leone , fu destinato in Africa Orientale nell'imminenza dell'entrata in guerra dell'Italia. Le tre unità andarono perdute in Mar Rosso tra il 1° e il 4 aprile del 1941.

•  n.60: Un'inedita fotografia (probabilmente di origine “Istituto Luce”) dell'ogiva del proietto inglese da 381 mm – proveniente da una salva della corazzata Warspite – che colpì la Giulio Cesare nel corso dello scontro di Punta Stilo (9 luglio 1940)

•  n.61: l'incrociatore pesante Bolzano ripreso, da bordo del Cesare, nell'imminenza dello scontro di Punta Stilo (9 luglio 1940). Sullo sfondo, gli incrociatori pesanti Pola , Zara , Gorizia  e Fiume .

•  n.62: Il s.t.v. Prospero Solimano sul ponte di castello del Cesare ; i marinai in primo piano, che indossano la divisa da lavoro, sono apparentemente impegnati in attività di cucito e rammendo. Foto 1937/38

•  n.63: Una simpatica situazione di “vita di bordo” ripresa a bordo del Cesare : due marinai (di cui uno in abiti femminili) si producono nella scena di una commedia – evidentemente farsesca – per il divertimento dell'equipaggio. I berretti blu (privi della sovracoperta bianca utilizzata nei mesi primaverili ed estivi) indossati da ufficiali, sottufficiali e comuni, permettono di datare questa fotografia tra l'ottobre 1937 e il marzo 1938.

•  n.64/66: tre immagini di “vita di bordo” scattate sull'esploratere Pantera sul finire degli anni Trenta.

•  n. 67: cacciatorpediniere classe “Freccia” in navigazione nella seconda metà degli anni Trenta.

•  n. 68: l's.t.v. Solimano con il modello di maschera antigas assegnato in dotazione agli equipaggi della Regia Marina a partire dal 1936.

•  n.69: gli incrociatori Garibaldi e duca degli Abruzzi all'ormeggio a Napoli, probabilmente in occasione della “Rivista H” tenutasi il 5 maggio 1938 in occasione della visita in Italia del cancelliere tedesco Adolf Hitler.

•  n. 70: l'iscrizione posta a bordo della Giulio Cesare a ricordo della partecipazione dell'unità agli scontri di Punta Stilo e Capo Teulada. (9 luglio e 27 novembre 1940)

•  n. 71: un cacciatorpediniere classe “Navigatori” in navigazione di guerra, dalla plancia del Carabiniere . Foto 1942/43.

•  n. 72: una mitragliera binata breda da 37/54 mm a bordo della corazzata Cesare .

•  n. 73: una suggestiva vista della prora del Cesare in bacino, sul finire degli anni Trenta.

•  n. 74: una petroliera non identificata, probabilmente svedese, ripresa durante una navigazione di guerra del Carabiniere - foto 1942/43.

•  n. 75: incrociatori in linea di fila di poppa alla nave da battaglia Cesare nel 1937.

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Gruppo 13 - (Immagini da 76 a 80)

Cinque immagini del s.t.v. Prospero Solimano durante gli imbarchi da lui effettuati a bordo di unità della Regia Marina. Nella n.76, al comando di un reparto armato del ct. Pantera a Massaua nel 1937; nelle n.ro 77 e 78 a bordo del Cesare nel periodo inverno 1940 / primavera 1941; nella n. 79 a bordo del ct. Carabiniere nell'estate 1942 e nella n. 80 – con un'affettuosa dedica ai genitori – sempre a bordo del Carabiniere (con la “mascotte” dell'unità) nel luglio 1943.

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Le Decorazioni del S.T.V. Prospero Solimano

Il quaderno degli appunti di "Impianti Elettrici" del R.I. Gorizia (del S.T.V. P. Solimano)