SOCIETA' CAPITANI E MACCHINISTI NAVALI - CAMOGLI

Rinaldo Caffarena

Ci dobbiamo ricredere. Abbiamo sempre pensato che soltanto un vecchio marittimo, "filosofo e sensibile", potesse leggersi dentro per trovare senza fatica, riflesse nell'acqua chiara della memoria, parole e sentimenti come fossero piccole porzioni di film vissuti qua e là per il mondo...

In effetti, chiunque può mettersi un abito qualsiasi ... e recitare ed incantare, ma quando parla il cuore ci si trova "nudi e bambini" davanti al mistero dell'esistenza! E solo allora cominciano i "veri" interrogativi...
"Ma allora chi sei tu nella vita"?..."Sei tu nel giusto"?..."Ma sanno ascoltarti"?...e così via.."Sii uomo e scegli al più presto chi essere nella vita" - Insegnò Kirkegaard in Aut - Aut, e ci mise inesorabilmente con le spalle al muro!
E forse se l'avessimo letto già alle "medie" ora saremmo delle persone migliori! Purtroppo la saggezza arriva per lo più con la stanchezza e la visione del mesto traguardo della vita.
La poesia di Caffarena è talmente bella e profonda che andrebbe discussa parola per parola, ma crediamo che sia ancora più bello rifletterla dentro, ognuno con la propria coscienza. 

Rinaldo Caffarena, nato a Bogliasco nel Luglio 1927. Medico a santa margherita Ligure, ha disegnato, dipinto ed illustrato per proprio piacere. Suoi disegni sono alla Biblioteca del Congresso di Washington ed al Museo Reale delle Stampe a Copenhagen. Altri disegni sono serviti per illustrare tempi contadini nel Veneto (Le mie campagne degli zuccheri, 1949-1953).

Lisciossi la barba con cura, guardossi d'intorno nel bar,

Scolossi il suo gotto di rum, riempillo di nuovo e parlò.

"Son vecchio e molto ho vissuto sul mare,

nei porti lontani. La vita è passata,

le mie navi son ferme, non navigano più.

In moli dispersi nel mondo, vuotate di uomini e cose,

su ormeggi incrostati da anni, son come me adesso, in un bar.

Il tempo consuma ogni cosa. La ruggine spegne i colori

poi blocca i motori e le vele, strappate, ricadono giù.

Il vento che arriva la sera non sposta la barca. Il carbone

non brucia in caldaia. Un fumo che salga nel cielo non c'è.

Siam fermi nell'ultimo attracco che il caso, la vita ci offre

pietosa e cortese, gentile per noi, a cui tanto donò.

Perchè in fondo, o gente dabbene, ognuno ha avuto una storia,

un romanzo, una vita, una gloria. Ognuno in fondo ha vissuto e lo sa.

Sa tutto di sè, o almeno ricorda le cose più belle o più gravi.

Oh sì, noi siamo come navi che partono e vanno qua e là.

Qua e là per il mondo. E tornano indietro vagando avventure

mai viste, bonacce assolate, con stelle la notte, nadir o zenit.

Sbarcando ogni tanto, nei porti stranieri, le facce erano strane,

i cibi, i modi diversi, la lingua era ignota, le donne eran blu.

Ma allora chi sei tu nella vita? Sei tu nel tuo giusto o gli altri, per caso?

Tu hai visto i tuoi giorni girando nel mondo e poi torni qui.

Sei vecchio, lo sai, stai bene seduto a un tavolo grezzo bevendo il tuo rum.

Oh sì, puoi parlare a gente dabbene. Ma sanno ascoltarti? E capirti? Non so.

Intanto, che importa? Le antiche avventure, i colpi di mare, Corfù, Singapore,

dei nomi perduti, il tuo antico equipaggio, che dicono a loro? Ben poco, lo so.

Son ombre di un'ora, saranno scordate. Non l'hanno vissute, le hanno ascoltate,

parole di un vecchio che parla, che dice le cose di un mondo che ora non c'è.

Ognuno ha il suo mondo. Lo ha, lo ha avuto, lo avrà.

E' suo, suo soltanto. Lo tiene nel cuore.

Non può raccontarlo, lui solo lo sa.Ha amato, ha vissuto, ha provato.

Con lui, tanti altri. Insieme, vicini. Nel tempo che passa per tutti.

Nell'aria, nel sole, il tempo volò."

Lisciossi la barba con cura, guardossi d'intorno nel bar.

"Vi posso dire una storia? La mia vita ha forse un valore? Chissà mai, chissà..."

7/2006

 

Illustrazioni di Rinaldo Caffarena relative al Moby Dick di Melville/Drawings of Caffarena for the Moby Dick by Melville